Avventure di carta. Scrittori italiani dal 1979 al 1993

recensione di Armellini, G., L'Indice 1995, n. 1

Il lettore comune, che non legge per mestiere ma per piacere, si trova in particolare difficoltà nella scelta dei libri di narrativa italiana contemporanea. Da un lato la sovrabbondanza dei titoli che invadono quotidianamente le librerie gli impedisce di costruirsi da sé un quadro d'insieme della produzione letteraria; dall'altro i meccanismi da cui scaturiscono i successi commerciali, l'accendersi e lo spegnersi delle polemiche sulle pagine culturali dei quotidiani, i dosaggi delle recensioni, dei premi letterari e delle apparizioni televisive gli danno l'impressione di assistere a un gioco che non lo riguarda se non in veste di passivo consumatore.
Un efficace antidoto a questa situazione di disorientamento è offerto da "Avventure di carta" di Claudia Provenzano, un'antologia dedicata alle narratrici e ai narratori italiani degli ultimi quindici anni, singolarmente libera da preoccupazioni classificatorie e da pretese di sistemazione critica e storiografica. Il libro, scritto per i lettori di ogni età ma particolarmente rivolto agli studenti delle scuole superiori, ha una struttura annalistica: per ogni anno sono selezionate due opere, rappresentate da brani antologici che da un lato esibiscono la loro parzialità e incompletezza, dall'altro mirano a catturare il lettore nel gioco di identificazioni, attese e sorprese innescato dalla narrazione, con lo scopo di invogliarlo ad accostarsi alle opere intere; gli autori dei testi antologizzati sono presentati da interviste e testimonianze autobiografiche che compongono un movimentato repertorio di ritratti umani, scelte politiche ed esistenziali, atteggiamenti di fronte alla scrittura; il panorama dell'anno è completato da una serie di brevissime recensioni che, accostate tra loro, vengono a tracciare una variegata mappa della narrativa dell'ultimo quindicennio. L'assenza di esercizi e di schede di lettura, unita all'intonazione amichevole e accattivante, ne fa un libro che un ragazzo può leggere per conto suo, senza bisogno del sostegno dell'insegnante.
Le scelte della curatrice svariano con disinvoltura dagli autori consacrati come Calvino, Sciascia, Bufalino, Morante, Ginzburg, Primo Levi, fino alla generazione degli anni cinquanta e sessanta (Tondelli, De Carlo, Tamaro, Baricco, Capriolo, Canosio), passando per Celati e Maraini, Eco e Sgorlon, Clara Sereni e Tabucchi, Ramondino e Benni; la sola citazione di questi nomi presi a caso ad apertura di pagina, dà un'idea della varietà e dell'acrobaticità degli accostamenti che invitano ciascun lettore a costruire da sé i suoi itinerari e il suo personale canone di autori e di opere. Il romanzo che fa da punto di partenza al libro è "Se una notte d'inverno un viaggiatore", assunto come emblema della situazione attuale della narrativa, sospesa tra autoreferenzialità, evocazione di mondi possibili, appello all'iniziativa interpretativa del lettore. Nell'intervista che accompagna i brani antologizzati Calvino lo presenta come un "catalogo di possibilità narrative" che corrispondono ad "altrettanti atteggiamenti verso il mondo", e rivendica il valore di una lettura capace di "scoprite il fondo di verità che c'è anche nella mistificazione più smaccata": forse il filo zigzagante e impercettibile che lega tra loro le "avventure di carta" di questi ultimi quindici anni è l'andirivieni di una scrittura che oscilla tra la tentazione di parlare solo di se stessa e l'ostinato bisogno di "misurarsi corpo a corpo con i problemi del mondo".