Terminus radioso
di Antoine Volodine
Per la traduzione di Terminus Radioso Anna D’Elia ha vinto il Premio Von Rezzori 2017, attribuito dalla giuria composta da Bruno Ventavoli, Ilide Carmignani e Susanna Basso
«Un libro stupefacente, complesso, denso, che unisce l’iconografia sovietica alle leggende sciamaniche e alla science fiction». - Libération
«Ma realtà e sogno nel libro sono equipollenti. È l'abilità dell'autore a permettere di addentrarsi in Terminus radioso come in un romanzo avventuroso e avvincente, mai opaco. Infatti, benché l'atmosfera sia onirica, riesce a renderla empirica». – Cinzia Fiori, La Lettura
«Terminus radioso fa del lettore una specie di Empedocle che sporgendosi oltre la bocca del cratere contempla il magma iridescente della narrazione fino a quando - ed è proprio ciò che deve avvenire - non finisce per sprofondare al suo interno.» - Giorgio Vasta, Venerdì di Repubblica
Steppa sconfinata. Bianco nitore d'inverno. E d'estate le erbe, mutanti, che ondeggiano accarezzate dal vento. Un mondo contaminato, reso invivibile dalle esplosioni di reattori nucleari impazziti, orgoglio di una Seconda Unione Sovietica sull'orlo dell'abisso. Unica eccezione a questo vuoto dominato dalla natura è Terminus radioso, un kolchoz dove la vita continua a scorrere intorno a una pila atomica sprofondata nel terreno. Laggiù Nonna Udgul, a cui le radiazioni hanno regalato una sorta di immortalità, gestisce le operazioni di smaltimento dei rifiuti radioattivi, e Soloviei, il presidente, guida con i suoi poteri sovrannaturali i pochi superstiti in un'atmosfera di sogno che ha i contorni dell'incubo. E poi passano i secoli, i superstiti si disperdono, il viaggio del treno che correva lungo i binari alla ricerca di un campo di lavoro si è concluso chissà quanti anni prima. Finché un giorno migliaia di corvi si alzano in volo. E poi tutto continua, ancora, nella realtà parallela del Bardo, dentro una trappola di Soloviei, in una fine infinita, ma che importa. In questo universo - singolare, visionario, violento - tempo e spazio sono dimensioni liquide dove vivi, morti e simil tali vagano in un immenso, eterno futuro. Un universo allucinato, percorso dall'umorismo del disastro. L'universo di Antoine Volodine. )
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