Ian Anderson scrisse e registrò “Thick As A Brick”, album che sarebbe poi diventato un vero classico del Progressive Rock dei Jethro Tull, nel 1972. I testi all'epoca furono attribuiti a un personaggio inventato, il ragazzino Gerald Bostock, i cui genitori avevano probabilmente mentito sulla sua età. L'album schizzò immediatamente al numero uno nella classifica di Billboard e ha goduto di un considerevole successo in molti Paesi.Ma quarant'anni dopo, Gerald Bostock – 50 anni nel 2012 – che starà facendo? Cosa può essergli accaduto?Tema centrale di questo sequel, in uscita proprio per l'anniversario, è la disamina dei possibili diversi percorsi che il giovane e precoce studente Gerald Bostock avrebbe potuto intraprendere nel corso degli anni e la creazione degli alter-ego le cui identità, nelle sezioni di brani loro dedicate, illustrano le svolte potenzialmente infinite, gli scherzi del destino e le opportunità. Questo però non vale solo per Gerald, ma è piuttosto la dimostrazione di come anche le nostre vite si sviluppano, cambiano direzione, e alla fine si chiudono grazie a incontri casuali, episodi per quanto piccoli e insignificanti possano sembrare in quel momento. Ian Anderson dice dell’album: “Nello sviluppo dell'opera, i bivi di cui le strade della vita sono costellate, alla fine lasciano spazio a un'attrazione quasi gravitazionale che ci porta a convergere in un finale forse pre-ordinato, una sorta di destino. Quando noi, figli del baby-boom, riguardiamo le nostre vite, finiamo spesso per pensare a quella volta in cui “se fosse andata così”... Potremmo anche noi, come Gerald, essere diventati un prete, un soldato, uno sbandato, un negoziante o un magnate della finanza?E i più giovani, la generazione dei social media e di internet, potranno scegliere di valutare bene tra la miriade di possibilità che incroceranno in ogni momento...”.
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