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Anno edizione: 2006
Anno edizione: 2005
Anno edizione: 2005
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Devo dire che per me è stato un libro molto toccante...devo ammetere che molto spesso leggendo queste pagine, ho pianto...Probabilmente perchè in alcune di queste storie ho rivissuto la mia infanzia. Complimenti ed ancora complimenti
Agli incontri letterari in Alta Pusteria, in estate, ha partecipato anche Gianna Schelotto, la psicoterapeuta, saggista, giornalista e scrittrice, che tutti conosciamo. Nel libro che ha presentato viene profondamente analizzato il rapporto padre-figlia, spesso contraddistinto da una sorta di mitizzazione del padre da parte della figlia, che lo vede come un essere irraggiungibile e privo di difetti, eroe, sovrano, principe azzurro, uomo da amare. La lunga esperienza della dottoressa Schelotto come psicologa del comportamento l’ha messa a contatto con tante storie che lei ha ascoltato, storie che erano molte volte partite dai rapporti tra il padre e la figlia, dal loro sviluppo, partendo dall’infanzia, all’adolescenza, fino all’età adulta. Storie che sono simili per un certo verso, ma che hanno avuto esiti diversi , oppure storie diverse con esiti simili…. L’autrice, avvalendosi della propria esperienza, rievoca le emozioni, le sensazioni, le paure , le vere e proprie angosce che possono condizionare la vita di una donna in funzione del rapporto avuto con il proprio padre. Gianna Schelotto non si limita a raccontare le storie delle sue pazienti, ma racconta anche , dall’infanzia all’età adulta, di se stessa e del buon rapporto con il proprio padre.. Ha dedicato il libro proprio a lui, per una sorta di debito che avvertiva nei suoi confronti, anche se non aveva capito tutto di lui… Il suo libro si prefigge uno scopo terapeutico, che consiste nel perseguire la consapevolezza che il padre non è un dio, è un uomo con i suoi pregi e difetti e soprattutto non si deve cercare un marito che assomiglia al padre: molto importante per il buon andamento della vita di coppia e dell’evoluzione della donna, da bambina a moglie con tutte le responsabilità. L’incipit del libro”: “A mio padre non ho perdonato la vecchiaia. Ero furiosa con lui. I suoi comportamenti insicuri ne alteravano giorno dopo giorno l’immagine....." Maria Luisa Sotgiu
Questa volta, la Schelotto, di cui solitamente apprezzo la capacità di far convivere piacevolezza stilistica e autorevolezza scientifica, non mi ha convinto. L'argomento è in sè morboso e grava di un pesante fardello freudiano che condiziona la leggibilità del testo. Si passa, così, da raccontini piuttosto scialbi a complesse e discutibilissime anamnesi psicanalitiche. E' difficile per un lettore normale immedesimarsi nelle casistiche proposte (mentre, nei precedenti lavori, era parecchio semplice riconoscere nelle tipologie descritte parenti, amici, addirittura se stessi). Per finire, ci sono davvero troppi refusi di stampa.
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