Ti trovo un po' pallida
- EAN: 9788804570240
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13/01/2020 16:45:34
Una perla rara,ghost story in salsa maremmana, elegante e raffinata,con sprazzi di alta letteratura.Scrittura fluida e personaggi molto ben caratterizzati,con dialoghi assolutamente realistici e atmosfere dense di emozioni.La firma d'altronde è una garanzia. Da leggere sicuramente-
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14/02/2016 01:01:55
Scarno, frettoloso. E il finale non è poi così inaspettato.
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29/06/2009 11:11:27
Leggendo il racconto mi è sembrato quasi di sfogliare un numero di Dylan Dog, tanto surreale era la storia. Ce ne sono troppo pochi di racconti del genere. Concordo, però, con chi si è lamentato del prezzo.
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30/07/2008 17:23:49
Il volume originale, che ho letto a suo tempo con grande piacere era illustrato da una serie di bellissime foto di scena tratte da diversi film di Fellini intitolata "Dieci fantasmi femmina". Di questo racconto breve si trovano molte tracce nel successivo "Il Palio delle Contrade morte" (altro racconto gotico-toscano, ma il genere è stato rivisitato da F&L anche ne "L'amante senza fissa dimora" questa volta ambientato in una invernale e struggente Venezia. Rileggere uno dopo l'altro questi libri e scoprire le autocitazioni di nomi, situazioni, caratteri operati dalla premiata ditta, per me è sempre una vera goduria.
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03/04/2008 13:58:42
Un racconto che nella sua brevità rimane impresso vivissimamente; abile Fruttero a tratteggiare con pochi cenni la protagonista, i suoi conoscenti altolocati e un pò fatui, la concitazione del viaggiare in auto nella campagna senese sotto il sole cocente...Bello anche il colpo di scena finale, anche se qualche"sospetto"cominciavo a nutrirlo da qualche pagina...Valido il breve"saggio"in cui lo scrittore narra la genesi del racconto.
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23/06/2007 16:10:22
Non male ma, forse perché letto in un momento di stanchezza, non avevo afferrato appieno certe sottigliezze del racconto che poi ho compreso leggendo il backstage. La scrittura è interessante e anche la descrizione dell'irritante compagnia che circonda Gea. Concordo sull'esagerazione del prezzo per un libro che si legge in un'ora.
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14/06/2007 11:04:12
Mondadori ha ripubblicato questo racconto di Fruttero & Lucentini in una versione grafica elegante (ma non certo economica: 9,60 euro per 85 pagine) e aggiungendo in coda dei sapidi saggi ad esso correlati dello stesso autore. Il racconto in sè ha tutte i pregi delle opere dei due scrittori: capacità rara di fotografare l'ambiente altoborghese con le sue noie e i suoi tic, stile di scrittura sempre elegantissimo, colpo di scena finale (che non rivelerò, ma non leggete il risvolto di copertina sennò...) e personaggi descritti con minuziosa ironia. Più del racconto valgono a mio parere i microsaggi di Carlo Fruttero: impagabile quello in cui parla con affetto di Pietro Citati.
Il binomio Fruttero & Lucentini, spesso abbreviato in F&L, anche detto "la ditta", rappresenta il sodalizio artistico fra gli scrittori Carlo Fruttero e Franco Lucentini. I due hanno firmato collaborazioni giornalistiche, traduzioni e romanzi, soprattutto gialli, molto amati dal pubblico. Sempre in coppia si sono occupati anche di fantascienza, dirigendo la collana "Urania" di Mondadori per più di un ventennio (1961-1986). Ti trovo un po' pallida apparve originariamente su "L'Espresso" nel 1979 con la doppia firma Fruttero&Lucentini: ambientato in una Toscana estiva, tutta echeggiante, di località in località, del chiacchiericcio tipico di un jet set tanto affluente quanto ignorante, questo racconto "fantastico" resta un esempio perfetto di misura stilistica e di seduzione narrativa. La protagonista del racconto, Gea, trascorre un'intera giornata a rincorrere "amici" tra i colli toscani, dalle rovine etrusche e romane alla trattoria dove si servono i piatti tipici della zona, fino al teatro in cui si recita il Tamerlano di Haendel. Ma tutto sembra surreale; c'è sempre qualcosa che manca, qualcosa che non è al proprio posto: la giardinetta azzurra che sparisce dal parcheggio, il braccialetto di smalto e argento mai fatto riparare perso chissà dove, gli occhiali neri e il cappello di paglia, la borsetta dimenticata nella macchina di non si sa chi. In un susseguirsi di pensieri, parole, persone che vanno e vengono, seguiamo Gea in questo turbine onirico fino a che "tutto si ricompone, tutto si spiega in un fulmineo, spastico replay" di situazioni. E il pallore della donna, richiamato nel titolo, acquista finalmente un senso.
A seguito del racconto, Fruttero, in un arguto backstage, ci spiega le origini della storia e il perché la scelta sia ricaduta sulla ghost story: durante la seconda guerra mondiale l'autore si appassionò alla letteratura gotica di tradizione anglosassone, ai suoi fantasmi e castelli popolati da spiriti. Da qui, l'idea di trasportare il genere anche in Italia, scrivendo, però, una storia tutt'altro che cupa: "una storia di fantasmi in pieno sole, con cortei di macchine in smanioso movimento tra colli e vallate, la superficiale rapacità del turismo estivo. Il chiacchiericcio di una comitiva più o meno ricca, più o meno snob che vaga qua e là per i luoghi più belli della Maremma toscana".
