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La tirannia dell'e-mail - John Freeman - copertina
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La tirannia dell'e-mail - John Freeman - copertina
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Descrizione


Controllate la mail mentre fate colazione? O sul BlackBerry, nel bel mezzo di una riunione, armeggiando pateticamente sotto il tavolo? Avete inoltrato una mail a trenta persone senza controllare cosa ci fosse scritto in coda? Usate la posta elettronica per comunicare qualsiasi cosa vi passi per la testa? Vi siete iscritti a troppe mailing list? Premete ogni due minuti "Ricevi", nella perversa speranza che sia arrivato l'ennesimo messaggio? Se vi riconoscete in almeno uno di questi comportamenti compulsivi, avete tra le mani il libro giusto. John Freeman non è un eremita nemico della tecnologia, ma una persona perfettamente calata nel suo tempo che semplicemente suggerisce di fermarsi e guardare cosa abbiamo davanti: un computer connesso a Internet, ovvero uno strumento utile e meraviglioso, non le chiavi di una prigione in cui a quanto pare ci siamo rinchiusi da soli. E tempo di recuperare un modello di comunicazione più umano, ragionato e gratificante: una Slow Communication, il cui manifesto riafferma la superiorità dell'uomo sulla tirannia della tecnologia digitale.
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Dettagli

2010
11 maggio 2010
207 p., Brossura
9788875781552

Voce della critica

Sarà capitato a tutti di cliccare con insistenza sull'icona "invia/ricevi" della posta elettronica (anche se il pc in genere controlla l'e-mail in automatico ogni novanta secondi) nella speranza che, a forza di farlo, prima o poi un'e-mail arrivi, per non dire di chi senza usa telefoni cellulari abilitati all'e-mail, che si offrono a un controllo dei messaggi in entrata ancora più compulsivo. È lo stesso tipo di meccanismo che sta alla base della dipendenza indotta dalle slot machine: si chiama "schema di rinforzo a intervallo variabile". Accade, ci spiega John Freeman, nel caso di quelle azioni da cui ci si aspetta una ricompensa, che però non arriva tutte le volte che vengono eseguite, soltanto qualche volta, e in maniera imprevedibile: con l'e-mail è la stessa cosa. Si tratta di un comportamento del quale, grazie alle tecniche di neuroimaging, si stanno iniziando a scoprire le basi neurali: quando otteniamo una ricompensa (il jackpot, o l'e-mail in arrivo), la dopamina, un ormone anche neurotrasmettitore, affluisce in una specifica area cerebrale. È questo solo uno dei tanti comportamenti ossessivi (e spesso inconsapevoli) che stanno caratterizzando l'uso della comunicazione digitale; non a caso, negli Stati Uniti, alcuni psicologi stanno spingendo affinché la "dipendenza da Internet" venga classificata come un disordine clinico. Il libro di Freeman con non si limita comunque al presente, ma compie un interessante e documentato excursus sulle origini dei sistemi postali e degli altri mezzi di comunicazione (dalle diligenze del Far West allo scetticismo dei politici che non riuscivano a comprendere il funzionamento del telegrafo), non ultimo raccontando l'intera storia di Internet e della posta elettronica (molto più "antica" di quanto in genere si sappia: ad esempio, il simbolo @ per separare un indirizzo dal nome del dominio fu usato per la prima volta nel 1973). Pur ironizzando sui comportamenti più aberranti, l'autore del volume, che è un critico letterario, collaboratore di testate come "The New York Times", "The Guardian", "Wall Street Journal" e da circa un anno direttore editoriale della prestigiosa rivista letteraria "Granta", non lancia strali apocalittici contro le tecnologie digitali, bensì avanza una critica pacata ed equilibrata, che guarda a un nuovo modo di impostare le proprie comunicazioni personali e lavorative nell'ottica di una migliore qualità di vita, concludendo con la proposta di un manifesto per un movimento "Slow Communication": "Molti dei valori di Internet rappresentano dei miglioramenti sociali, e la rete può costituire una grande piattaforma per la solidarietà, in grado di premiare la curiosità, vantaggiosa in termini di utilità e convenienza. Questo non è il manifesto di un luddista, questo è un manifesto umano". Al centro di tutto, l'importanza di avere sempre ben presente che la rete e il suo spazio di informazione virtuale non sono un mondo in sé e per sé, ma solo un supplemento del mondo che già esiste.
Giuliana Olivero

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Conosci l'autore

John Freeman

John Freeman è critico letterario e scrittore. Già presidente del National Book Critics Circle ed ex direttore di “Granta” – rivista di culto che ha scoperto alcuni tra i più importanti scrittori anglo-americani dell’ultimo secolo – attualmente è executive editor di “Literary Hub” e insegna alla New School e alla New York University. Oltre a La tirannia dell’e-mail (2010), ha firmato Come leggere uno scrittore (2013) – una raccolta di interviste a grandi narratori e poeti del secondo Novecento –, Dizionario della dissoluzione (2020) e il libro di poesie Mappe (2021). Ha inoltre curato due antologie sull’ineguaglianza, una dedicata a New York e una agli Stati Uniti: Tales of Two Cities (2014) e Tales...

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