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Anno edizione: 2020
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La poliedrica attività intellettuale e artistica di Julius Evola è stata contraddistinta da diverse fasi: quella poetica e pittorica, quella di studioso dell’esoterismo, quella filosofica e quella operativa, da intendersi sia come critica di alcuni aspetti dell’esperienza fascista sia come punto di riferimento del neofascismo del dopoguerra. La nuova edizione de La Torre ripropone ai lettori italiani i dieci numeri della rivista diretta dal barone romano nel 1930. Questo periodico fu considerato come espressione del superfascismo evoliano: infatti il filosofo fu definito «antifascista antidemocratico», in quanto vedeva nel Regime mussoliniano un mezzo per la rettificazione spirituale per l’uomo moderno disumanizzato dalle ideologie nate con l’avvento dell’Illuminismo: liberalismo e marxismo, con la regressione delle caste organizzate gerarchicamente. Al tempo stesso ne criticava le aperture sociali e la campagna demografica cercando di influire sul fascismo proponendo un imperialismo pagano contro il Concordato. Evola si circondò di collaboratori prestigiosi del pensiero tradizionale: Guido De Giorgio, Girolamo Comi, Arturo Onofri, Domenico Rudatis, Emilio Servadio e altri. Nel quindicinale vennero trattati vari argomenti politici, filosofici, culturali e scientifici – come la psicanalisi – proponendo un’interpretazione alta, spirituale, sia propositiva che critica. Per tali motivi il n.3 venne sequestrato e alla fine si proibì la pubblicazione per il dissenso con il Regime fascista ed Evola, definito “signorina” dalle colonne de L’impero dall’ex ardito Mario Carli, che nutriva una profonda avversione per l’autore di Rivolta contro il mondo moderno. Carli aggredì Evola presso la sua abitazione e sulle conseguenze della colluttazione si ebbero versioni differenti e contrastanti. La Torre, proponeva una visione politica tradizionale sempre valido sia che se si fosse vissuti in un Regime repubblicano, comunista o anarchico. Libro consigliato a tutti gli evoliani.
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