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Sicuramente uno dei capolavori del pensiero logico-filosofico del 900, ma non solo. Per tutti coloro i quali sono interessati alla letteratura -come chi sta scrivendo questa recensione- è un libro che rende possibile sviluppare una conoscenza più lucida sulla rappresentazione letteraria, sui mondi che la letteratura crea e, perché no, può diventare un ottimo strumento per chi vuole cimentarsi nella scrittura. Lo spirito con cui ho affrontato la lettura è stato questo. Da leggere assolutamente, unica “pecca”: fa riflettere!
L’edizione di riferimento di un capolavoro dei primi del ‘900, accompagnato della pagine che ci aiutano a capire l’evoluzione delle tematiche che saranno brevemente, e oscuramente, espresse nelle 7 proposizioni principali del Tractaus, una delle opere più brillanti, originali e incomprese della storia della filosofia. Per chiunque voglia passare ore a interrogarsi sul senso delle brevi frasi che l’autore compone, per chiunque si senta pronto a “salire sulla scala” di Wittgenstein e muovere i primi passi con un pensatore dal genio tanto folgorante quanto tormentato.
Il trattato logico filosofico dI L. Wittgenstein è una riflessione che trae l'argomento dall'esser senza oggetto, cioè si può dire: un riflettendo senza un riflettuto; però non è la filosofia consapevole, infatti assume metodo esterno, logico appunto. Ciò è possibile perché la filosofia principia da un decidere e ha continuazione in ragionare, quindi ha propria via non altra nel filosofare stesso. Fosse questo sapienza, sarebbe in sé meditazione sul saputo. Dato che il filosofare ha la saggezza animatrice ma non possiede sapere e volge al sapere, dunque trattasi di riflessione. In altri sensi potrebbe anche esser definita meditazione, nello stesso senso no. Il tempo della filosofia non ingenua pone il semplice filosofare in determinata logica, universale non generale, trovando direzione intellettuale definita dalle occasioni del divenire del tempo stesso. Dunque cotale Trattato è una prospettiva che considera secondo filosofia perenne il mondo, gli eventi, le necessità, lo scopo di tutto ciò; una visione della mondanità e dei limiti di essa per i quali si manifesta il mistero del mondo, dalle relazioni pure all'elemento mistico, non temporalmente ma essenzialmente conoscendo, per questo senza che si deduca dall’assoluto ma inducendoLo, quale darsi senza non già essersi dato, ma secondo perfetta circolarità logica, aprioristicamente e non idealmente. MAURO PASTORE
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