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Anno edizione: 2024
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Spaziando tra storia intellettuale, politica e filosofia, La trappola identitaria è un appello appassionato per il ritorno a ideali universali, veri portatori di uguaglianza.
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Lo scorrevole libro di Mounk affronta la via alternativa a quella liberale (o liberal) in cui si è cacciata la sinistra americana: l'ideologia incentrata sulle identità di razza, religione e genere. Un approccio comunitarista, un richiamo alla tribù che non si concilia con l'universalismo e il costituzionalismo liberaldemocratico. Un pericolo, dunque, per la società aperta. Nella prima parte Mounk illustra il pensiero degli intellettuali che hanno ispirato questa politica: Foucault e la critica dei poteri e della verità oggettiva, Said e l'analisi del discorso orientalista, Spivak e l'essenzialismo strategico, Derrick Bell e la critica razziale, Crenshaw e l'intersezionalità. Intellettuali critici della società liberale che hanno ispirato pensieri e discorso contro la società liberale. Nella seconda parte Mounk segue il diffondersi di queste idee via social. La terza parte si concentra su cinque concetti chiave dell'ideologia identitaria: l'epistemologia del punto di vista (promossa soprattutto dalle femministe), l'appropriazione culturale (un concetto che fa a pugni con la dinamica ibrida propria delle culture), la critica alla libertà di parola (la cancel culture, espressione del relativismo di questa ideologia), l'essenzialismo dei gruppi (che nega lo statuto di individuo al cittadino), la discriminazione razziale positiva (che nega la politica dei diritti). La quarta parte e le conclusioni costituiscono la pars construens, a mio avviso più debole delle parti precedenti. In appendice, una riflessione sul perché l'ideologia identitaria non è marxista. Mounk si concentra più sull'ideologia della razza che su quella di genere (per questa, leggere il recente pamphlet di Meotti). Se ne ricava comunque lo stesso che gli Stati Uniti non avrebbero corso meno pericoli con la vittoria di Kamala Harris, sostenitrice di questa ideologia, di quanta ne corra ora con l'illiberalismo di Trump.
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