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Sette anni dopo la presentazione della ricerca su Le parole dimenticate di Gesù (Mondadori, 2004), Mauro Pesce cura la pubblicazione, insieme a Mara Rescio, di un volume collettaneo che si inserisce per larga parte in quella traiettoria di indagine, sviluppando significativamente le medesime direttrici metodologiche. La continuità di un solido progetto di studio, gravitante attorno a una "scuola", costituisce di per sé un'importante e incoraggiante notizia. In particolare, poi, il libro si fa apprezzare dal lettore specialistico come possibile anello di congiunzione tra la celebrata raccolta sulle parole attribuite a Gesù in opere diverse dai Vangeli divenuti canonici e future, auspicabili, indagini volte all'identificazione e all'analisi filologico-storica di alcune linee di trasmissione orali, differenti tra loro per forme espressive, contenuti, temi, orientamenti ideologici e localizzazione geografica. Perché, come è detto nel saggio d'apertura che fa da introduzione al volume, quando possediamo un'opera scritta, disponiamo generalmente di una selezione ragionata di alcuni segmenti di questi tracciati linguistici e dei relativi processi comunicativi: in questo caso, è come avere un ritratto di Gesù, le cui linee fisiognomiche insieme nascondono e segnalano molti altri, perduti e dunque ancora più attraenti, profili gesuani. Ciascuno interpretando a suo modo il medesimo spartito progettuale, i tredici saggi che compongono il volume si diversificano essenzialmente per gli aspetti caratterizzanti il loro apporto teorico (metodologico e storico-esegetico) e per la scelta di concentrarsi su momenti differenti dell'iter tradizionale e redazionale delle parole autorevoli che esaminano (ricezione, rielaborazione, trasmissione), oltre che, naturalmente, per la provenienza geografica e per la cronologia del materiale indagato: gli studi, che propongono all'attenzione di un pubblico più ampio i contributi presentati in occasione del I Colloquio biblico bolognese (12-14 maggio 2008), si appuntano ora su alcune delle più celebri parabole e formule del Nazareno, ora su più incerte citazioni gesuane scovate nelle lettere private di sconosciuti corrispondenti cristiani; si interessano a interi gruppi di parole identificati in scritti canonici che non si curano di qualificare la loro origine, ma anche a un solo agraphon esplicitamente attribuito a Gesù e rinvenuto in un testo siriaco di inizio V secolo.
Emiliano Rubens Urciuoli
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