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Anno edizione: 2014
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Un testo autobiografico farcito di storia e di politica per questo volume di Tobino relativo alla propria esperienza di vita. Ci sono le critiche così come elementi che ripercorrono volontà riformatrici. E poi c’è l’essenza del pensiero dell’autore, toccante e pregnante. Ho letto il libro tutto d’un fiato e quindi lo consiglio vivamente.
Autobiografico. Partendo dai ricordi universitari, l'autore narra una storia di amicizia e passione politica.
"Non ci dicemmo mai che eravamo amici, quel che era infisso nel cuore non doveva trasparire. Il fascismo ci legò". E' l'inizio secco e lirico del romanzo, l'urto più sentito nella coscienza che, senza patti o giuramenti prestabiliti, muove da solo un sentimento comune, impegno e lotta contro l'insania della dittatura. Intorno brulica un alveare di odio, un tremendo impasto di anime vendute, dirupo sempre più aperto sui passi della libertà. "La fantasia aveva ali inutili, mozze" scrive l'autore, resistere è l'unico gesto vero per torcere quel clima malato in una nuova stagione umana. I fatti sono quelli: la linea gotica ideata da Kesserling, la strage di Cassino, un mondo di pericoli continui dove la fiducia vale un filo di bava, tanto paure e tradimenti possono svegliarsi di colpo coi loro voltafaccia continui nell'ingestibile uragano del sospetto. E tuttavia andare avanti, vedere la perla nello stagno, tentare di farne una patria, non c'è altro cammino, in giorni dove quasi non c'è tempo per l'amore: "diciamo di corsa la parola amore con tutti i diavoli che le si accompagnano". Lo sforzo è reso stupendamente nelle pagine, ma accanto ad esso non tarderà a montare, a conflitto terminato, la lucida critica verso un Partito Comunista troppo servizievole e prono alla Russia. Dirà il narratore: "Il partito per nulla era l'immagine, il ritratto dei nostri giovani ideali. Cresceva in me un sostanziale grado di raffreddamento. Era solo burocrazia". Verranno espulsi, e di tutta quell'epopea sofferta non rimarrà che la ferma e fedele umiltà verso se stessi, non poco in un mondo di ometti subito conformati e vite che seppelliscono ogni passato negli equilibri di una nuova biografia pubblica. Perché - scrive grandiosamente Tobino - "è difficile che l'eroe possa trasformarsi in furiere". Sopra le coltri di una rinata codardia sociale, si alzano tre anime d'eccezione in un racconto privo di difetti, traccia di azioni e pensieri ineccepibili. Dolcezza e virilità, la stessa cosa.
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