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Bei racconti soprattutto il primo!
Tredici modi di guardare contiene una raccolta di quattro racconti molto diversi come stile. Il tema comune è quello della violenza gratuita e la lettura è molto scorrevole. Mi è piaciuto molto e lo consiglio.
Un McCann diverso e spiazzante ci introduce con il primo racconto a questa breve raccolta. Diverso dal suo modo avvolgente di costruire storie e mettere in relazione i personaggi, in “Tredici modi di guardare” non ho riconosciuto nulla del McCann di “Questo bacio vada al mondo intero” e di “Figli del buio”. Ma dopo le prime pagine, il disorientamento ha lasciato spazio al coinvolgimento e al richiamo verso la capacità dell’autore di non replicare il proprio linguaggio letterario e di utilizzare canoni nuovi per lui, comunque appassionante e sincero. Nelle tre storie successive, man mano, McCann ci riporta al mood narrativo che più facilmente lo identifica. Tre spazi dedicati a tre bellissime figure femminili che, con il loro profilo e le loro vicende drammatiche, colpiscono ed emozionano per autenticità e per la grazia non stucchevole con cui l’autore tratteggia le luci e le ombre della loro personalità. I libri di McCann si chiudono sempre a malincuore. A malincuore ci si stacca dalla sua straordinaria sensibilità che, scopriamo ora, si arricchisce di una voce in più, quella più analitica, pragmatica, ironica e acre. Una voce che si aggiunge allo stile di un autore è un modo in più e diverso con cui lui riesce a guardare il mondo. Un diritto innegabile e che, se usato come lo usa McCann, arricchisce anche noi che leggiamo.
Recensioni
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La vita e la violenza insensata, le storie catartiche di McCann
Chi fosse a corto di libri immensi, preventivamente, si appunti Questo bacio vada al mondo intero di Colum McCann di quasi un decennio fa. Questo dublinese ormai statunitense naturalizzato, abita da decenni a New York (anche se per certi versi sa essere ancora uno scrittore europeo, con uno sguardo “diverso”), ha scritto un affresco impareggiabile su un pezzo di mondo, la Grande Mela, e su un pezzo di tempo, su dove la felicità si è nascosta e su dove si possa trovare. Ma non siamo qui per guardare troppo al passato. Il presente, almeno in Italia, è un altro libro, pubblicato da Rizzoli, casa editrice subentrata a Il Saggiatore e a Tropea per la pubblicazione delle sue opere. Il volume più recente è Tredici modi di guardare il mondo (217 pagine, 20 euro) e l’ha tradotto Marinella Magrì.
Un romanzo breve in tredici capitoli e tre racconti – troppo brevi, forse avrebbero meritato miglior sorte – compongono il volume. Le figure tratteggiate (un ex giudice ottuagenario nel racconto eponimo, la ragazza madre e il figlio adottivo sordo di Sh’khol, Sandi, una soldatessa in Afghanistan di Che ore sono adesso, lì da te?, un’anziana suora irlandese di Trattato) fanno più o meno i conti con l’ossessione, i dolori sepolti, la fragilità, la violenza insensata. Ci sono dentro memorie, paure e segreti. Nella nota finale McCann spiega dell’aggressione subita nel 2014 e di come abbia influenzato la scrittura di questo libro. Inevitabile, gli scrittori, quasi tutti, vivono nel mondo, non nell’iperuranio.
Tragedie diverse sono vissute da J. Mendelssohn, ucciso, e dall’accusato dell’omicidio, Pedro Jiménez, che va a processo, dalla soldatessa in pericolo, dalla madre in cerca del figlio che scompare vicino al mare, dalla religiosa che riconosce in tv, in un paladino dei diritti sociali, l’uomo che l’ha violentata e torturata molto tempo prima: per incontrarlo riattraversa l’Oceano, partendo dall’America dove si è trasferita. Se il primo testo, quello più corposo, è una specie di giallo psicologico (con un protagonista tormentato dal rimpianto e da qualche amnesia), in qualche modo irresoluto tra humour e riflessione, gli altri, sono pezzi di vita così com’è, fra risvolti oscuri e cambiamenti, fra violenza da affrontare senza rassegnarsi, ma in modo lucido. È un libro catartico, probabilmente, per McCann – magistrale nel regalare frasi che restano dentro e nell’immergersi empaticamente nei panni e nei racconti di altri – ma ha le potenzialità per esserlo anche per i suoi lettori.
Recensione di Arturo Bollino
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