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Descrizione


Questi due volumi comprendono tutti i versi di Mario Luzi pubblicati dal 1935 al 1994. Il primo volume raccoglie "Il giusto della vita", che rappresenta la produzione poetica luziana da "La barca" (1935) al 1960; "Nell'opera del mondo", che include i versi di "Dal fondo delle campagne" (1965), "Nel magma" (1963), "Su fondamenti invisibili" (1971) e "Al fuoco della controversia" (1978); e la raccolta "Per il battesimo dei nostri frammenti" (1985). Il secondo volume comprende "Frasi e incisi di un canto salutare" (1990) e "Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini" (1994).
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Dettagli

5
1998
Tascabile
2 voll., 1244 p., Brossura
9788811669142

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Massimo Sannelli
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Questo è neomisticismo, forse. In quanto tale, il materialista lo troverà criticabile e incredibile, oppure falso e ingenuo: perché, evidentemente, non trasforma materialmente la materia. Quindi: «Tu? Non sei più dei nostri. / Non ti sei bruciato come noi al fuoco della lotta / quando divampavano e ardevano nel rogo bene e male». Ma: se si arriva alla non-dualità da uno studio non superficiale dell’ars dictaminis e da una conoscenza non superficiale del lavoro fisico, anche umilissimo, perché no? E insieme: no, assolutamente no, perché chi continua a vivere non è come chi muore, e l’Ariete della visione di Montale non è il Toro, «mostro cornuto», così come «cuore d’altri non è simile al tuo». Ma anche: sì, assolutamente sì: chi conosce la fatica non sarà del tutto criticabile, se il lavoro materiale - pura sopravvivenza, ricerca del pane - accompagna il suo lavoro intellettuale, che potrà essere letto almeno come una sublimazione, non come un gioco narcisistico. In mezzo a condizioni di pura sopravvivenza e di ricerca del pane si installa un progetto immateriale, ma articolato e vario, e amato (scrivere in determinati modi di chiusura-apertura, di rifiuto del ‘semplice’ impuro e del ‘difficile’ gratuito, di iperattività come primizia dell’enormità del non essere più nulla, o dell’essere più ‘qualcosa’ che ‘qualcuno’; e anche enorme dolcezza ed enorme asprezza, e tutto il dire ‘mediato’ da un’arte del dire). Chi è veramente cieco, allora? Chi è Narciso? Poi si ricade nel fuoco che affina: «nel turpe labirinto» (notti insonni, cliniche, fame, debiti, superlavoro, dolore fisico e della mente). Tutto pesa molto, e dal peso un uomo non può uscire; non sfugge il QUALCUNO, perché anche la sua singolarità pesa, che sia «vinta» o eretta «nella fierezza dei suoi mali» («c’è come un dolore nella stanza»: Amelia Rosselli, e la stanza è il luogo proprio dell’individuo, tanto è vero che Cristo ha insegnato a pregare il Padre nel segreto della camera, non ipocritamente); sfugge QUALCOSA, in forma di testi. Chi è, ha fatto.

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Mario Luzi

1914, Castello

(Firenze 1914-2005) poeta italiano. È stata una delle figure cardine del Novecento italiano. Al 1935 risale la sua prima raccolta, La barca, cui è seguito Avvento notturno (1940), testo esemplare dell’ermetismo fiorentino. Foltissima la produzione successiva, che scandisce le tappe e gli sviluppi di un itinerario poetico fra i più ricchi e coerenti del suo secolo: Un brindisi (1946), Quaderno gotico (1947), Primizie del deserto (1952), Onore del vero (1957), confluiti con altri versi sparsi in Il giusto della vita (1960), Nel magma (1963), Dal fondo delle campagne (1965), Su fondamenti invisibili (1971), Al fuoco della controversia (1978, premio Viareggio), Per il battesimo dei nostri frammenti (1985), Frasi e incisi di un canto salutare (1990), Viaggio terrestre...

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