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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Dall’autore di Come donna innamorata, un nuovo romanzo su Dante nel settecentenario della morte
È un Dante davvero poco conosciuto, ma molto vero e umano, quello che incontriamo in questo romanzo scritto da uno tra i più grandi dantisti contemporanei, recentemente scomparso. La storia procede per flash back, a partire dal 1321, quando il poeta vive ormai tranquillo con la famiglia a Ravenna e su richiesta di Guido Novello da Polenta deve recarsi a Venezia per un'ambasceria al Gran Consiglio. Il viaggio sarà l'occasione per un'immersione in ricordi dolorosi che risalgono al tempo del suo esilio. Con l'attenzione dello studioso e il passo del grande narratore Santagata trascina il lettore nelle trame oscure dell'Italia del Duecento, in cui Dante deve districarsi tra complotti segreti e lotte politiche. Tutto ruota intorno a una misteriosa statuetta e al sinistro alone di negromante che avvolge colui che ha cantato la sua discesa all'Inferno. E così scopriamo che Beatrice non è stata forse l'unico grande amore del poeta. Nel suo passato c'è stata anche un'altra donna, una passione inconfessabile che lo ha travolto e adesso lo carica di altri rimpianti...Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
La storia è ricordata da Dante che ripercorre 15 anni di peregrinazioni dove ospite di vari potenti può continuare la sua opera letteraria ma deve anche sottostare alle loro richieste. In particolare c'è il racconto del suo coinvolgimento in attività magiche per attentare alla vita del papa. L'autore ci racconta che a seguito della scrittura dell'Inferno le persone più semplici sono convinte della sua consuetudine con i demoni, ma anche i potenti vogliono vedereci un'attività di negromante. Dante si difende, ma non riesce ad evitarne le conseguenze. Romanzo molto preciso e rigoroso storicamente con una bella lettura del pensiero dantesco.
Aspettative alte prontamente deluse. Storia insipida che si fa fatica a finire.
Non sono così esperto della biografia dantesca da poter dire se Santagata abbia voluto inserire elementi di fantasia nel breve periodo cronologico preso in considerazione, ma, pensando che l'elemento biografico sia corretto, allora l'elemento romanzesco sarà quello relativo all'accusa di negromanzia che accompagna il fuggiasco Dante e al tentativo di coinvolgerlo nel complotto per sopprimere niente meno che il papa e il lettore potrà gustarsi la vicenda che si snoda in modo sciolto e convincente. Ma ciò che secondo me rende interessante il libro e ci restituisce lo spirito di fondo del personaggio, è il senso profondo di inquietudine e di incertezza che insegue Dante; il costante sentirsi ospite provvisorio, fuori posto, timoroso di compiere passi falsi, quando non minacciato apertamente. Insomma, il peso dell'esilio. Credo che sia questo l'elemento propriamente dantesco e reale che Santagata propone con efficacia, che rende il romanzo degno di attenzione e che ci permette di sentire vicino Dante e provare per lui una vera, umanissima simpatia
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