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Scrittura attenta alle parole, che richiede un pizzico di attenzione visto l’uso delle subordinate. Sono storie di personaggi di cui il narratore ha sentito parlare o ha conosciuto personalmente. E’ lui il filo conduttore dei racconti. Persone qualsiasi, spesso nate e morte nello spazio di pochi kilometri, spesso vite difficili e senza nulla che meriti essere rammentato. Forse. Il primo è Defourneau l’orfano accolto nella casa contadina dove imparò a leggere e scrivere e che dal servizio militare imparò che era sempre e comunque un contadino. Michon è davvero uno dei massimi scrittori che la Francia ha ancora in vita.
Nella sua prosa rutilante e sontuosa, quasi ipnotica (magnificamente tradotta nella versione italiana), Michon presenta al lettore un'ekphrasis di un'opera che non è mai esistita, compiuta da un pittore altrettanto immaginario. Autentici invece il soggetto, gli undici membri del Comitato di salute pubblica, e il contesto, l'alba del Grande Terrore. Una brillante riflessione sulla tirannia, la rivalità feroce, il potere assoluto, la sopraffazione. Formidabile la descrizione delle opere di canalizzazione fluviale della Loira, costruite «sfiancando cavalli Percheron» e «battaglioni di limosini la cui condizione e la cui paga non erano dissimili da quelle dei negri d'America [...] bruni, morelli, malfatti, caduti dalle scale, annegati nel fango, che si scannavano a vicenda, ubriachi fradici, nel giorno del Signore, ma che come per magia avevano trasformato tutto quel fango in oro» (26-27).
Per poter essere compiutamente carnefici è un requisito minimo essere stati dei letterati mancati se non smaccatamente falliti? L’interrogativo lo pone la bellissima prosa di Michon che a un primo approcciò può apparire esageratamente ricercata, lavorata, ritoccata, ma Michon ricorre alla porcellana perché sia più forte il contrasto del fango in cui è costretta a stremarsi la vera materia prima di quella porcellana da collezione magari anche museale: gli sfruttati, i dimenticati della storia, i veri costruttori delle vicende umane che però non avranno mai abbastanza danaro da investire per pagare le commesse agli artisti, quelli corrotti dalla fama purché sia e che non stanno a badare il gioco di chi farà la propria opera intanto pagata bene e se destinata alle grandi sale tanto ammirate.
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