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Scelta insolita, quella di Donzelli, per riportare sugli scaffali Edgar Rice Burroughs (1875-1950), creatore di Tarzan e di John Carter, dominatore assoluto della narrativa avventurosa della prima metà del Novecento e da tempo assente dalle nostre librerie. Originariamente pubblicata con il titolo di A Man Without a Soul, la novella The Monster Men rappresenta uno dei tentativi più riusciti, da parte di Burroughs, di colonizzare il nascente mercato della science fiction. Mescolando senza troppe inibizioni parti uguali di Frankenstein (Mary Shelley, 1818), di L'Isola del dottor Moreau (Herbert George Wells, 1896) e dell'avventura esotica per cui era giustamente famoso, Burroughs ottiene una storia oggi irrimediabilmente datata, ma che per l'epoca dimostra notevoli intuizioni. La storia è bizzarra: il professor Maxon, atipico scienziato folle, si ritira su un'isola del Mar della Cina per proseguire senza complicazioni legali i propri esperimenti sulla creazione artificiale della vita; e il suo fine ultimo è creare dalla materia inerte un uomo che possa sposare sua figlia Virginia (ragazza peraltro piacente, e per la quale gli spasimanti naturali non sembrano mancare). I risultati saranno ovviamente molto diversi da quelli attesi. Burroughs riprenderà il tema nel successivo The Sinthetic Men of Mars (1940). In ogni caso con questa storia minore riesce a garantire una serata di sano intrattenimento nostalgico, e crea dal nulla il cliché del mostro deforme che fugge con la bella sotto braccio, puntualmente ripreso dalla copertina del '29, riprodotta per la presente edizione. Divertente.
Davide Mana
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