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Titolo: L'uomo sentimentaleAutore: Javier MariasEditore: EinaudiAnno: 2000Rilegato. Sovraccopertina. In buone condizioni.
Indice
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Non c'è nessuno scrittore come Marias:sempre originale,sempre profondo,ti aiuta a riflettere sui diversi aspetti della vita,in questo caso sull'amore ,sentimento che,come dice l'autore, richiede forti dosi di immaginazione e sulle donne che sembrano senza personalità, ma che sono le più pericolose.
Accomunabile a 'Gli innamoramenti', è l'espressione letteraria di Marìas che più mi ha convinto negli ultimi tempi. È un Marìas più fruibile, più abbordabile soprattutto rispetto alla trilogia 'Il tuo volto domani', che ho trovato la più impegnativa della sua produzione, rendendo comunque tutta l'abilità e il senso della sua scrittura più pura e limpida: «Com'è faticoso amare, pensai. Affannarsi, progettare, ambire, non potersi accontentare della perseveranza e dell'immobilità. Com'è faticoso ciò che è concreto, pensai, ciò che non può fare altro che avere contenuto. Com'è faticoso anche ciò che ancora deve essere.» Forse a sproposito, ma i personaggi e la situazione un po' mi hanno anche ricordato 'Un americano tranquillo' di Graham Greene, che mi era piaciuto. Infatti, si procede bene, incoraggiati dai personaggi che, seppur complessi, reggono perfettamente la parte senza pesantezza. Sono amori sghembi, quelli che Marìas racconta, obliqui rispetto alle fasi dello sviluppo lineare in cui spesso ed erroneamente si tenta di classificare e ingabbiare il processo amoroso che per sua natura invece, sfugge a regole, definizioni, certezze, razionalità e stabilità. «So bene che non c'è sottomissione più efficace né più durevole di quella che si costruisce su ciò che è finto, o addirittura su ciò che non è mai esistito.» L'uomo sentimentale non vive la concretezza dell'amore nei riti della quotidianità, nella realtà che lo consuma, ma si nutre dell'aspettativa, del desiderio, dell'annuncio di questo amore, e poi del suo ricordo. Così, esso mai si compie né si esaurisce: è questo il dramma di OGNI sentimentale.
.. leggere libri di javier marias è una terapia contro tutta la spazzatura letteraria da cui siamo circondati... uno dei pochi autori di cui vale la pena leggere tutto ma davvero tutto... nessun libro di delude, nessun personaggio delude e la sua scrittura non ha pari......
Recensioni
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recensioni di Scorpioni Coggiola, V. L'Indice del 2000, n. 06
L'uomo sentimentale precede cronologicamente i testi che hanno dato notorietà internazionale allo spagnolo Javier Marías: Tutte le anime (1989), Un cuore così bianco (1992) e Domani nella battaglia pensa a me (1994), tutti pubblicati in traduzione italiana da Einaudi. In questo romanzo il personaggio-narratore è un cantante lirico alla soglia della fama, conosciuto come il "Leone di Napoli".Sul treno che lo porta a Madrid, sua città natale dove interpreterà una parte di primo piano nell'Otello di Verdi, si trova a osservare con attenzione e curiosità i suoi occasionali compagni di viaggio, due uomini e una donna. Li ritrova nell'hotel madrileno dove è alloggiato; in seguito a un banale incontro al bar con uno dei tre personaggi, viene a sapere che questi è il segretario di un facoltoso banchiere belga, con l'incarico pressoché esclusivo di accompagnare, intrattenere - e sorvegliare - l'affascinante ed enigmatica moglie del magnate, troppo impegnato dai suoi affari. Inizia da qui una progressiva frequentazione tra il cantante e l'inscindibile duo formato da Natalia (la donna annoiata e in cerca di nuove esperienze) e dal suo occhiuto, discreto e silenzioso accompagnatore. Si profila un triangolo amoroso con al centro la misteriosa e sfuggevole donna: da un lato il tenore medita di sottrarla a un marito che suppone prevaricatore e desidera annientare; dall'altro il banchiere è determinato a difendere quella che considera una proprietà regolarmente acquisita.
Assai interessante è la struttura del romanzo. Lo spunto per la memoria è costituito dal racconto di un sogno del personaggio-narratore, che parrebbe in tal modo prendere le distanze dalla realtà vissuta e solo riprodotta dal sogno stesso; l'istanza, tuttavia, è attenuata dalla ricorrente precisione nello stabilire l'esatta sequenza cronologica in cui si sono svolti i fatti. Il presente, in cui il narratore si propone di raccontare il proprio sogno, è scandito - con funzione di marca tempo - dal continuo rimandare il momento della colazione. il passato - oggetto del sogno - è esplicitamente collocato in un tempo risalente a quattro anni prima.
Questo espediente ha diversi effetti.Innanzitutto, il racconto analettico, per quanto riguarda la sostanza degli eventi, appare come filtrato attraverso uno schermo e narrato per approssimazione: lo stesso Marías pospone al testo - come è sua abitudine - un Epilogo, in cui afferma che crede (il corsivo è suo) di poter spiegare la radice di questo modo di procedere, l'amore non si vede e non si vive, bensì si annuncia e si ricorda; è il regno di ciò che potrebbe compiersi e che si risolve in una proiezione immaginaria.
L'inglobamento della "realtà" vissuta nella cornice di un sogno da raccontare, inoltre, ha come conseguenza uno scivolamento nel metaromanzo: proprio in apertura, ad esempio, il narratore dubita dell'opportunità di raccontare i propri sogni, di cui ovviamente non conosce la conclusione, ma che per altro gli paiono "inventivi e molto intensi".
La successione dei capitoli è arbitraria rispetto alla cronologia degli avvenimenti: al primo incontro in treno segue una scena che parrebbe concludere la storia non ancora iniziata; immediatamente dopo, il narratore ci mette al corrente del suo passato privato e professionale, per poi passare a discutere sulla qualità del suo sogno attuale... e così via.
Marías ha dichiarato in varie occasioni che la sua narrazione parte da un'immagine, da un'impressione, e non prestabilisce una trama, né uno scioglimento finale, il quale rappresenta una sorpresa per l'autore stesso. Il racconto è portato avanti "a tentoni", l'invenzione letteraria risponde al senso etimologico di "scoperta"; il lettore, a sua volta, si trova spesso di fronte ad avvenimenti del tutto imprevedibili in base alla porzione di testo già conosciuta.
In complesso, si ha l'impressione che gli eventi cardine della storia vengano accennati quasi per caso, mentre ampio spazio viene dato a ciò che resta incompiuto; tant'è che perfino il capitolo finale apre una serie di interrogativi ai quali non verrà data risposta.
Chi è, infine, il protagonista, l'uomo sentimentale a cui si riferisce il titolo? È il narratore, il cui racconto è aperto dalle virgolette nella prima pagina e chiuso dalle stesse nell'ultima?O è, invece, il banchiere, la cui personalità risulta inafferrabile, egualmente incline alla prevaricazione e alla schiavitù amorosa? La risposta che Marías fornisce nell'Epilogo è ancora una volta ambigua: l'uomo sentimentale è colui che si installa vitalmente nella dimensione immaginaria e unilaterale dell'amore, non chi tenta di trasformare un amore solo anticipato in un amore vissuto. Ma, a ben vedere, nessuno dei due possibili protagonisti risponde in pieno a questa definizione: non il tenore, che conquista la donna e progetta di annientare il rivale; non il banchiere, che ha comprato con il denaro la donna che ama.
Si tratta, nel complesso, di un libro interessante che sa tenere desta l'attenzione del lettore, sorprendendolo con l'imprevedibilità delle situazioni - di cui spesso non possiede la chiave interpretativa -, impegnandolo nella ricerca di una realtà sfuggente e, in ogni caso, incompiuta. E questo malgrado il fatto che la traduzione italiana - non impeccabile - manchi della fluidità e del fascino della prosa originale.
"Sono quattro anni che non penso. Mi si capisca: che non penso a me, l’unica attività mentale, in realtà, cui prima di questi anni ero solito dedicarmi."
Il protagonista del nuovo romanzo dell’ormai celebre scrittore spagnolo, è un cantante lirico, costretto a continui spostamenti per seguire l’itinerario delle tournée. Il paragone con un rappresentante di commercio è magari un po’ triste per un artista, ma appropriato. Come questa figura professionale itinerante, anche il cantante deve spostarsi frequentemente e vaga da un albergo all’altro, cercando di dimenticare il luogo in cui si trova, tentando di “vedere” in ogni nuovo albergo quello precedente per mantenere una certa continuità nella propria disordinata vita. Il lavoro lo impegna tutto l’arco del giorno e di ogni città visitata non conosce quasi nulla, se non le strade che dall’albergo conducono a teatro e viceversa. La sua esistenza è, in sostanza, piuttosto solitaria e ripetitiva, potremmo dire quasi noiosa. L’unico elemento che la riaccende è quello onirico.
Ma è sogno o è realtà quello che il protagonista racconta nelle sue pagine? In totale i personaggi sono pochi, ben delineati. Marías ha doti straordinarie nel descrivere l’animo umano e tutti i sentimenti che l’attraversano. E magistralmente dipinge il ritratto di una coppia stretta da un legame molto particolare, accompagnata da figure minori che ruotano attorno a loro come satelliti. Casualmente si inserisce in questo mondo anche il cantante lirico, incontrato su un treno e rivisto successivamente a Madrid. È lui “l’uomo sentimentale”? È lui che si innamora della donna e che racconta questa storia d’amore; ma qual è il ruolo del marito, eroe tragico in una vicenda dai contorni classici? Quale delle due figure sarà perdente e quale invece si rassegnerà a vivere questo amore come un passato inafferrabile e un futuro imprevedibile? Il racconto è quello di un sogno, sfumato nel ricordo in immagini velate. Marías ricostruisce ogni istante importante di questa storia interiore, raccoglie tutti gli indizi “sentimentali” e li ricompone con l’abilità narrativa sempre presente nei suoi romanzi. Il personaggio femminile, Natalia Manur, è mostrata solo in modo sfumato e appartiene, come Marías stesso ha scritto, “a quella lunga stirpe di donne della finzione che (come Penelope, come Desdemona, come Dulcinea e tante altre di inferiore lignaggio) ci sono e forse non sono: sicuramente le più pericolose”. Quanto è stato “reale” questo amore si comprende soltanto alla fine del romanzo e forse proprio per questa incertezza l’autore ha voluto aggiungere alcune parole in una postfazione dal significativo titolo Quel che non si è compiuto. In essa scrive: “L’uomo sentimentale è una storia d’amore in cui l’amore non si vede né si vive, ma si annuncia e si ricorda”.
A cura di Wuz.it
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