L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ho amato il buio oltre la siepe e. Non nego che Atticus sia per me un super-eroe. Leggere va, metti una sentinella è aggiungere un capitolo alla storia. È come tornare in quella cittadina con occhi nuovi. Amo il modo di scrivere di harper lee e amo come vengano sviscerate situazioni storiche, che nel bene e nel male, rivivono in una certa maniera anche nei giorni nostri.
Questo libro rappresenta le difficoltà dei rapporti tra le persone soprattutto se legate da un legame famigliare. Può essere considerato un romanzo di formazione per comprendere che nessuno è infallibile.
una figura femminile che rompe con l'idealismo e si confronta con la propria intransigenza. tutto intorno le altre vicende, nelle profondo sud dell'america razzista e bigotta. consigliatissimo.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
La grande scrittrice statunitense Harper Lee, nata nel 1926 in Alabama e passata a miglior vita lo scorso 19 febbraio, ci ha lasciato in dono una delle opere letterarie più belle che sia mai stata scritta sul tema del razzismo e delle ingiustizie sociali: “Il buio oltre la siepe”. Per chiunque abbia letto quel capolavoro, è difficile metterne da parte il ricordo e poter apprezzare appieno “Va’, metti una sentinella”, il romanzo ‘ritrovato’ che, alla sua uscita negli USA qualche mese fa, ha suscitato numerose polemiche. Le compromettenti condizioni di salute di Harper Lee, infatti, secondo alcuni rendono praticamente impossibile affermare che la pubblicazione di questo libro sia avvenuta con l’espresso e lucido consenso dell’autrice, mentre sembra più plausibile si sia trattato di una mossa astuta di eredi e agenti letterari.
In ogni caso, “Va’, metti una sentinella”, uscito in Italia per Feltrinelli, è un romanzo interessante sotto diversi punti di vista. Per gli ammiratori di Harper Lee, è un modo di confrontarsi con il primo approccio di questa scrittrice alla storia che prenderà forma più compiuta ne “Il buio oltre la siepe”, successivo a questo libro (che pare sia stato scritto a metà degli anni Cinquanta). Per tutti, inoltre, è un tuffo nella dimensione degli Stati del Sud dominati dalle discriminazioni razziali, di cui aiuta a comprendere meglio i meccanismi. Lo stile della scrittura, dotato di limpidezza e vivacità, rispecchia il modo di essere della protagonista, che narra la storia in prima persona: la ventiseienne Jean Louis Finch.
Già, proprio lei: la stessa ragazzina, soprannominata “Scout”, de “Il buio oltre la siepe”, qui è una giovane donna, determinata e indipendente, che – di ritorno da New York a Maycomb, in Alabama – deve fare i conti con amare rivelazioni e verità sul luogo in cui è cresciuta e sulla sua famiglia. Si mettano il cuore in pace, a questo riguardo, gli affezionati lettori de “Il buio oltre la siepe”, in cui il personaggio di Atticus Finch – padre di Scout – si distingueva per il suo senso di giustizia e per la sua accanita difesa di un uomo di colore innocente a dispetto di tutto e di tutti. La dolorosa scoperta che sua figlia compie è, infatti, che anche lui, proprio come tutti i bianchi a Maycomb, è un convinto assertore dell’inferiorità dei neri e un difensore della segregazione razziale. L’intera cittadina è ritratta come un luogo fortemente limitato e limitante, in cui essere donna significa sposarsi e dedicarsi ai pettegolezzi ed essere uomo vuol dire prendere parte ad associazioni di impronta razzista e saper bere in compagnia.
La protagonista, divisa fra il proprio amore per la terra in cui è nata e il disprezzo che questa le suscita per via della sua mentalità ristretta e provinciale, trova un’effimera consolazione nei ricordi d’infanzia che persone e luoghi innescano dentro di lei. Sono proprio le descrizioni della sua vita da bambina (come quelle dei giochi con gli amici Jem e Dill, impegnati, ad esempio, a farsi beffe del predicatore in chiesa imitandolo in cortile) le più godibili del romanzo: possiedono un’energia e una capacità di coinvolgimento che, altrove, a volte si perdono. Forse, è proprio per questo che, dopo aver letto il manoscritto che Harper Lee gli aveva fatto leggere e da cui questo libro ha preso forma, il futuro editore de “Il buio oltre la siepe” consigliò alla scrittrice di ispirarsi all’infanzia di Scout per cominciare a scrivere un altro romanzo.
“Va’ metti una sentinella” si contraddistingue, comunque, per la capacità di descrivere il conflitto all’interno di una donna, divisa fra passato e presente, fra nostalgia delle proprie radici e voglia di libertà. Emergono anche i temi dello spaesamento e della ricerca di un senso di appartenenza: Louise, in fondo, non si sente rappresentata né da New York né da Maycomb. La prima città è, infatti, nonostante le mille opportunità in grado di offrire, un luogo competitivo in cui occorre adattarsi a stili di vita molto distanti da quelli cui era abituata. La seconda, per cui l’ormai cresciuta Scout sente una profonda nostalgia quando si trova nella Grande Mela, le mostra quasi esclusivamente, al suo ritorno, gli unici lati per cui meriterebbe di cadere nell’oblio. Se non altro, la protagonista è ora costretta a guardare in faccia la realtà, a riconoscere di essere sempre stata cieca. E, di conseguenza, a scegliere se essere chi è o cedere alle apparenze che, molto subdolamente, mascherano l’odio razziale dietro una facciata di apparente rispettabilità.
A fine lettura, sono proprio le parole di Louise, quelle che hanno ispirato il titolo di questo romanzo e che sono espressione di un anelito a un mondo migliore e a un risveglio delle coscienze, a lasciare il segno: “Cieca, ecco quello che sono. Non ho mai aperto gli occhi. Non ho mai pensato di guardare nel cuore della gente, la guardavo solo in faccia. Cieca come una talpa… Ho bisogno di una sentinella che mi guidi e dica ciò che vede ora per ora. Ho bisogno di una sentinella che mi dica: questo è ciò che un uomo dice, ma questo è ciò che pensa, che tiri una riga nel mezzo e dica: qui c’è questa ingiustizia e là c’è quella giustizia, e mi faccia capire la differenza”.
Recensione di Elisa Armellino.
Il romanzo che ha generato il celeberrimo Il buio oltre la siepe, scritto da Harper Lee qualche anno prima dell'opera che l'ha resa famosa ma dove incontriamo per la prima volta alcuni degli stessi protagonisti, tra cui l'indomita Scout (Jean Louise Finch) e suo padre, l'avvocato Atticus Finch.
Per la determinazione con cui preserva la sua privacy e per il suo silenzio letterario, Harper Lee appartiene alla stessa stirpe di J.D. Salinger: scrittori che in un'epoca di sovraesposizione mediatica hanno evitato i riflettori e smesso di pubblicare. - Marc Basset, la Repubblica
Ritrovato da poco nella casa natale dell’autrice, il manoscritto è stato dato alle stampe così com’era, senza revisione. Il testo descrive il ritorno di Scout da New York alla nativa Alabama nel bel mezzo delle proteste per i diritti civili dei neri. - Elena Molinari, Avvenire
“Il testo è stato dimenticato per più di sessant'anni e oggi ritrovato in una cassetta di sicurezza dove era stato sbadatamente archiviato come appendice. Siamo stati a Londra a leggere il manoscritto gelosamente custodito dall'agente. Abbiamo trattato i diritti. E oggi siamo felici di annunciare che i lettori italiani potranno leggere a Natale, per la traduzione di Vincenzo Mantovani (grande traduttore di Philip Roth, Saul Bellow e Richard Ford...).
Ma perché è un caso editoriale? Senza dubbio perché è da questo "nuovo vecchio romanzo" che ha preso vita una delle opere più celebrate del Novecento americano, Il buio oltre la siepe. Pubblicato per la prima volta nel 1960, To Kill a Mockingbird (questo il titolo originale, alla lettera "uccidere un usignolo") vince l'anno dopo il premio Pulitzer per la letteratura e nel 1962 ne viene tratto l'omonimo film con Gregory Peck, che ottiene l'Oscar per la sua interpretazione di Atticus Finch.
Nel catalogo Feltrinelli entra in quello stesso anno, perché l'editore tedesco Rohwolt lo consiglia a Giangiacomo Feltrinelli e Giangiacomo decide immediatamente di pubblicarlo in Italia, a dispetto di qualsiasi previsione sullo scarso interesse del pubblico italiano per i temi del libro e per la critica del razzismo. Da allora, quel libro è diventato un insostituibile compagno di strada per l'editore e per i suoi tantissimi lettori, con infinite ristampe e un passaggio del testimone di generazione in generazione per oltre cinquant'anni.” – Dalla presentazione del Direttore editoriale Feltrinelli Gianluca Foglia
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore