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Le relazioni commerciali tra Venezia e l'Impero germanico medievale, compreso il Regno italico, costituiscono l'argomento di questo volume. Si tratta di un'indagine compiuta dallo studioso Gerhard Rosch sulla base di un esame accurato delle fonti. Nel libro si analizzano innanzitutto quelle convenzioni tra il doge veneziano e i sovrani del Regno italico, che si presentano come accordi o come privilegi nei "pacta" imperiali, diventando la base delle relazioni commerciali. Segue il capitolo "Vie commerciali e sfere d'interesse", che costituisce uno studio di carattere geografico. I capitoli successivi riguardano "Il commercio tra la Germania e Venezia dal X secolo alla metà del XIII" e "Il commercio tra Venezia e il Regnum Italiae, escluse le città marinare d'Occidente". Nell'ultimo capitolo "Il commercio veneziano degli alimentari con l'Italia settentrionale dagli inizi fino alla costruzione del Forte Marcamò", l'A. illustra la complessa politica messa in atto dalla Repubblica per assicurarsi l'approvvigionamento di derrate alimentari di ogni sorta per il proprio consumo, che arrivò anche al monopolio, quando i rapporti di potere lo consentirono. In quest'ambito della vita economica lo Stato intervenne in misura di gran lunga maggiore di quanto non avvenisse di consueto: imposizione di prezzi, dazi, istituzione di una magistratura veneziana per singoli generi alimentari ed infine il sistematico accaparramento per ragioni di Stato furono i mezzi di tale politica. Momento particolarmente significativo fu l'attuazione nel 1224 di un blocco commerciale contro Padova, di cui si trova testimonianza nel "Liber Plegiorum", il più antico registro di Stato veneziano che si sia conservato. Nelle conclusioni l'A. sostiene che Venezia riuscì a monopolizzare il commercio su vasta scala di generi alimentari in tutta l'Italia settentrionale già nel 1250, mediante il controllo delle vie d'acqua e il mercato all'ingrosso di Rialto e che la costruzione del Forte Marcamò nel delta del Po nel 1258 rese completo tale monopolio.
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