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Per tutto il 2022 ho avuto l'occasione di leggere libri dedicati ai Beatles e a John Lennon. Poi mi sono accorto che mi mancava "l'altra parte della campana" e ho trovato in questo libro le risposte che cercavo. Paul Du Noyer intervista McCartney che ha molto da dire, soprattutto perchè è sopravvissuto a Lennon di quasi mezzo secolo e ha proseguito la sua carriera musicale tra alti e bassi. Il libro è una lunga intervista in cui i due Paul parlano dei Beatles, del rapporto con Lennon, la moglie Linda, le collaborazioni, i film, la religione, gli anni da solista e quella con i Wings, formazione nata perché Paul non era abituato a essere solo sul palco e di molto altro. Ne esce un quadro di grande tenerezza, perché, nonostante le frecciatine tra i due grandi compositori dei Beatles e una malsana rivalità, i due si consideravano fratelli e la morte di John fu uno shock per tutti. In molti libri ho letto dell'astio tra i due: John il ribelle e Paul il pacato/diplomatico, ma non è così: McCartney rivela di essere stato un precursore di molte cose: ad esempio l'essersi interessato all'arte molto prima della coppia John/Yoko (essendo l'unico scapolo del gruppo, la sera a casa sua era un via vai di artisti, pittori e filosofi e John invidiava questo aspetto). Inoltre, tutte le cattiverie che si scambiavano tra loro i fab4 era un modo "pesante ma scherzoso" di restare con i piedi per terra (John che canta una canzone su una prostituta prima che Paul inizia la sua "religiosa" Let it Be, oppure George che chiama "dilettante allo sbaraglio" Paul prima di intonare da solo Yesterday). Ci sono tanti aneddoti, tutti molto belli, soprattutto la testimonianza di tanti artisti con cui ha lavorato (Michael Jackson, Stevie Wonder e Elvis Costello) e la grande influenza che i suoi testi hanno avuto sull'intero mondo. La versione di Paul è davvero un bel libro e va letto soprattuutto nell'ottica di conoscere il personaggio e la storia del più grande gruppo che il mondo abbia mai scoltato.
Questo libro mi ha veramente coinvolto perché ripercorre tematicamente la carriera di Paul McCartney attraverso un dialogo con l'autore (Paul Du Noyer) nel corso di 35 anni di amicizia. Le conversazioni spaziano dalle origini della band più famosa al mondo, al successo, allo stile dei Beatles che ha segnato un’epoca, dall'esperienza Wings alla carriera solista, dalla formazione e dai gusti musicali di Paul agli anni più recenti. McCartney traccia il suo punto di vista su argomenti di varia attualità: il denaro, la celebrità, l'ecologia, il rapporto con i colleghi e con la stampa, il dolore e la morte. Un racconto avvolgente, arricchito dai commenti di Noyer, che conosce ogni retroscena e risvolto di molte delle pagine di vita dell'ex Beatle. Un libro ufficiale su un grande musicista: un cult per un beatlesiano!
Recensioni
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“Che cosa puoi fare, dopo i Beatles? Era questo il problema. Penso che qualunque band non si sarebbe mai sentita all’altezza. Ogni discussione veniva amplificata, perché loro avevano un’insicurezza di fondo. Può essere questa la costante? Ci sono stati vari cambiamenti nella formazione. Ci sono state alcune formazioni assurde”. (p. 139)
Come puoi ricominciare a vivere sulla Terra in modo sereno e tranquillo, NORMALE, quando prima dei vent’anni sei stato prima sulla Luna e poi su Marte? Paul McCartney, in questo collage di interviste con Paul du Noyer (giornalista musicale di Liverpool) durate quasi 20 anni, si racconta e ci racconta tutta la verità (la sua versione) di come sono andate le cose durante il magico periodo dei Beatles e i successivi 50 anni. Dagli inizi con John Lennon per racimolare qualche soldo per comprarsi una chitarra, al coinvolgimento di George Harrison e Ringo Star nella formazione del gruppo, al sogno durato dieci anni del Rock nel nome dei Beatles, fino al loro scioglimento. Ed è proprio qui che Paul ci racconta il duro periodo in cui decise di far causa ai suoi migliori amici, le liti, l’abbandono del gruppo per diventare solista e ai continui punzecchiamenti con John a suon di canzoni.
“All’epoca, però, ispirato dal cantante britannico Lonnie Donegan e dalla versione locale dello skiffle da lui lanciata, Paul suonava già la chitarra: <
Ma il periodo dei Beatles arriva nel 1970, quando Paul aveva solo 28 anni. E dopo? Il bello è proprio questo: Paul è nel Guinness dei Primati come il musicista e il compositore di maggior successo nella storia della musica pop (60 dischi d’oro e 100 milioni di singoli venduti), ha creato un altro gruppo, i Wings, insieme a sua moglie Linda, ha girato il mondo in tour come cantante solista, ha composto musiche e colonne sonore per tantissimi film. Eppure tutti continuano a riferirsi a lui come uno dei Beatles e non è facile giorno dopo giorno ricordarsi esattamente le cose come sono andate: alla fine erano solo ragazzi, con molto talento, unici forse, ma pur sempre ragazzi, che al contrario di tutto il resto del mondo negli anni ’60 cantavano canzoni con parole di speranza.
When I find myself in times of trouble
Mother Mary comes to me
Speaking words of wisdom, let it be.
And in my hour of darkness
She is standing right in front of me
Speaking words of wisdom, let it be.
Let it be, let it be.
Whisper words of wisdom, let it be.
“Let it be, l’album e il film, misero a nudo le crepe nelle fondamenta dei Beatles. Forse Klein non aveva avuto l’intenzione di spingerli alla rottura, ma aveva di fatto demolito la ‘&’ che un tempo legava Lennon & McCartney.” (p. 99)
Recensione di Marco Cattaneo
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