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Il libro tratta dettagliatamente alcuni fenomeni di acquisizione dell'italiano L2. Personalmente, è stato di grande supporto nella scelta della strategia di analisi dei dati da adottare nella mia tesi magistrale in Didattica dell'italiano L2. Ogni specialista del settore dovrebbe averlo! Il linguaggio è specialistico ma le spiegazioni sono chiare anche a chi non ha approfondite basi di linguistica generale e, per quanto riguarda i temi, questi sono trattati in modo puntuale.
Si tratta di una riesposizione sistematica dei risultati raggiunti da un team di ricercatori, sulla base di un corpus di interviste. Del volume non potrà fare a meno chi vuole ripensare l’attività didattica fin qui svolta, per meglio orientare la formazione di figure professionali più solidamente preparate per l’insegnamento della lingua italiana ai migranti e ai loro figli. Il quadro teorico, con le scelte di metodo compiute, è ricostruito nel primo capitolo da Anna Giacalone Ramat. I lavori condotti dal gruppo di ricerca sono fondati su modelli teorici di tipo funzionale. Si vedono, nelle varietà iniziali di apprendimento della L2, sulla scorta di Klein, casi di “pragmatic mode”, in cui l’apprendente usa forme nominali e verbali prive di morfologia, affianca le frasi senza subordinazioni, e si affida a principi pragmatici. Da questa “varietà basica” si sviluppano poi lentamente varietà di apprendimento che, diverse da soggetto e soggetto per quanto riguarda i ritmi, sono però assolutamente identiche per la successione delle sequenze con cui viene costruita la grammatica della L2. L’individuazione di tali sequenze, operata dalle ricerche che confluiscono in questo volume, si rivela preziosa per l’insegnante, purché sappia abbandonare vecchi schemi e sequenze astratte, senza pretendere prima ciò che nell’apprendimento viene dopo, imparando a pazientare durante la necessaria fase di silenzio, e adoperando i cosiddetti errori come indicatori di regolarità nelle varie tappe dell’apprendimento. Niente ricette da applicare, ma, come scriveva anni fa Anna Giacalone Ramat, “l’effetto di maggior portata che ci si può attendere dalla conoscenza delle ricerche sull’acquisizione è un cambiamento nell’atteggiamento degli insegnanti”.
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