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Anno edizione: 2006
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Di Colin Thubron lessi ''Il cuore perduto dell'Asia'' e ''In SIberia'' : diari di viaggio dal Vero, di uno stile crudo e senza fronzoli, zeppi di immagini e situazioni che ti s'imprimono nella memoria. Fu pertanto con entusiasmo ed ottimismo, che acquistai ''Verso l'ultima città'' nella prima e più costosa ( ahia ) edizione, quella di Ponte alle Grazie. Un gesto generoso punito dalla bassa qualità dello scritto : un canovaccio scontato, una storia già letta ( e vista al cinema ) innumerevoli volte, agito da personaggi stereotipati, banali, senza profondità, di cui a distanza di anni ricordo proprio nulla ( per fortuna ! ). La ricerca di una città mitica e perduta, nell'America Latina. Sbadigli, noia e disappunto fino alla rabbia, dalla prima all'ultima pagina, e la voglia, al termine della lettura, di gettare il libro nell'immondizia. Una roba degna di un compito da scuola di scrittura serale, scritto da uno studente poco ispirato. Si salva solo l'incipit, curato nella forma e suadente, pur non essendo originalissimo ( echeggia certi passaggi descrittivi ne ''Il Signore degli Anelli'' di J. R. R. Tolkien ) : ''Mentre scendevano verso la gola, le montagne si alzarono per accoglierli. Stavano entrando in un luogo più solitario di quanto avessero potuto immaginare, e si sentivano a poco a poco esclusi dalla luce. La foresta delle nuvole andava diradandosi, e da sotto salivano folate di aria calda. Gli zoccoli dei cavalli scagliavano pietre sibilanti nel baratro. Sopra di loro la cerchia delle cime innevate - una meta inimmaginabile - occupava metà del cielo.'' Il resto è noia fonda. Come ha già scritto un altro recensore : è qui dimostrato che un bravo viaggiatore e scrittore di diari-di-viaggio può essere un romanziere scadente. ===
Concordo ampiamente con la critica di Domenico. Un brutto libro. ma non deve scoraggiare gli appassionati di Thubron, tutti gli altri libri sono splendidi!
Dopo aver letto in Siberia è stato una delusione. La prova che uno scrittore di viaggi non necessariamente è un buon romanziere. Trama forzata, personaggi scontati e finti come in un romanzetto qualsiasi scritto in una settimana da un artigiano della scrittura.
Recensioni
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