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Nella mentalità comune l’icona è sinonimo di Russia; per un pubblico più esperto che frequenta le grandi mostre in Europa e negli Stati Uniti, icona richiama Bisanzio e il mondo ortodosso in generale. Ma se noi pensiamo agli studiosi e agli specialisti della Storia dell’Arte europea e occidentale, la conoscenza dell’icona e dei suoi significati resta molto contenuta ad eccezione di quei pochi che si interessano anche all’arte bizantina. Grabar, Weissmann e Kitzinger hanno un numero ristretto di eredi, lo iato tra la storia dell’arte occidentale e quella bizantina resta profondo. Tuttavia oggi è necessaria l’esigenza di trovare un collegamento a partire dalle origini comuni tardo antiche dell’arte bizantina e occidentale. Il famoso studioso russo Lazarev ci ha lasciato un’opera esemplare sulle icone russe, in modo da poterci orientare nel tempo e nella continuità del fenomeno icona della Russia di Kiev alla Russia di Mosca. Com’è possibile realizzare un lavoro che introduce e percorre il fenomeno icona a partire dalle sue origini dalla fine dell’antichità - sia nell’intera area mediterranea sia nell’Europa orientale - fino ai nostri giorni? Un gruppo di emeriti studiosi di differenti nazioni si è riunito appositamente a Monza, su invito di Jaca Book, per studiare la possibilità di un progetto che ci accompagna nel viaggio dell’icona. Si trattava di rispondere alla domanda: “Ha senso fare un libro non su l’icona russa o greca o serba, ma sul viaggio dell’icona?”. La risposta positiva a questa domanda ha permesso la costruzione di un’opera completa e appassionante, importante soprattutto per gli studiosi dell’arte bizantina, ma anche utile per quelli dell’arte occidentale e per il grande pubblico. A partire dalla tarda antichità fino al XV secolo, noi vedremo l’evoluzione di un fenomeno di grande importanza che ha influenzato la parte orientale del mediterraneo e ha avuto a Bisanzio l’espressione più eclatante, interessando anche l’Europa. L’arte dell’icona nel Medioevo vivrà poi la grande stagione balcanica e russa. Questi mondi si mostreranno eredi creativi e fedeli di un’arte senza la quale non sarebbe possibile parlare di “Storia dell’Arte”, perché la sua influenza è stata senza frontiere durante tutto il Medioevo.
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