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Sopravvivere a un naufragio. Il coraggio di restare umani. Prefazione di Mario Desiati.
«Un romanzo intenso, una delle storie più potenti di questi anni, una parabola che mette un ragazzo a confronto con alcune delle più stupefacenti esperienze che si possano immaginare nella vita di un uomo: naufragare e salvarsi. Piscine Molitor Patel, detto da tutti Pi, non è un supereroe, ma uno di noi. Uno che le cose le vede per come sono, uno che ama gli animali e guarda il mare, poi lo attraversa con innocenza, poi con terrore, poi con fiducia» – dalla prefazione di Mario Desiati
Il naufragio di Piscine Molitor Patei, un ragazzo indiano chiamato da tutti Pi, e quattro insoliti compagni di viaggio – una zebra ferita, un orango, una iena e una tigre – si trasforma in un'avventura sospesa tra realtà e magia. La sfida del protagonista sarà la sopravvivenza nonostante la sete, la fame, gli squali e la furia del mare. Un libro unico, un po' romanzo d'avventura e un po' favola surreale dall'inattesa anima nera. Età di lettura: da 12 anni.
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Libro letto durante gli anni di liceo su imposizione del professore. Una trama originale e sicuramente avvincente, ma che, forse in quanto lettura forzata, non sono riuscita ad apprezzare pienamente.
Recensioni
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"Il pandit parlò per primo: 'La devozione di Piscine è ammirevole e in un'epoca travagliata come la nostra è bello incontrare un ragazzo così. Su questo siamo tutti d'accordo'. Il prete e l'imam fecero segno di sì con la testa. 'Ma non può essere indù, cristiano e musulmano. È semplicemente impossibile. Deve scegliere'".
È bello incontrare un libro così, che parla di religiosità in modo serio ma non serioso: Piscine, il ragazzo protagonista di "Vita di Pi" di Yann Martel ricorda il Piccolo Principe di Saint Exupéry nella tenerezza che riserva a tutte le forme di vita di un mondo che gli sembra espressione di un amore universale. E come il Piccolo Principe con la volpe, dovrà addomesticare un animale selvatico: ma nel suo caso si tratta di una tigre del Bengala adulta e affamata, scampata insieme a lui da un naufragio e ospite della stessa scialuppa di salvataggio, in balia dell'oceano Pacifico.
Pi - il cui nome viene da una piscina di Parigi, Piscine Molitor, per far subito capire che si tratta di un personaggio inconsueto - è un sedicenne indiano, figlio del direttore dello zoo di Pondicherry. Nella prima parte del romanzo, Pi incontra le diverse religioni e le abbraccia tutte, perché vuole semplicemente "amare Dio". Nella seconda parte il padre di Pi per incompatibilità politica con Indira Gandhi decide di emigrare in Canada con la famiglia e alcuni animali, ma la nave fa naufragio e Pi, unico superstite, si trova a dividere una scialuppa di salvataggio con una zebra, una scimmia, una iena e una tigre; quest'ultima sbrana gli altri animali, ma sarà domata da Pi, che conosce la tecnica dei riflessi condizionati; nella terza parte, dopo sette mesi Pi viene salvato, ma la tigre è scappata e non ha prove per dimostrare la veridicità del suo racconto, che non viene creduto; allora fornisce un'altra versione della sua straordinaria sopravvivenza, sostituendo agli animali dei più plausibili personaggi umani. Alla fine chiede agli investigatori che lo interrogano quale delle due versioni fornite è la storia migliore. Se preferiscono quella con gli animali, più aperta alla creatività e all'immaginazione, vuol dire che hanno la speranza di incontrare Dio. Il racconto fantastico di Martel rivela così il suo significato metaforico: è quasi un "conte philosophique" dei nostri giorni, un invito a riflettere sui tesori del cuore con la forza del pensiero.
A cura di Wuz.it
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