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Anno edizione: 2014
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Bella biografia della fondatrice della Casa vinicola, delicata e documentatissima. Madame Clicquot attraversa tutta la prima metà del XIX Secolo; il racconto è un entusiasmante libro di storia europea dell'Ottocento. Mancano le foto ma con l'aiuto della Rete ho potuto visionare personaggi e case descritti nel libro. Lettura interessante e molto piacevole.
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C’era una volta un relitto in fondo al mare che nascondeva nella sua pancia molte bottiglie di champagne. Risaliva agli anni’40 dell’Ottocento e aveva fatto naufragio al largo delle isole Åland, nel freddo Mar Baltico: nell’immensa stiva erano conservate delle casse di legno, con logo della Maison Veuve Clicquot.
È a questo punto, nel luglio 2010, che inizia l’affascinante storia di Madame Barbe Clicquot narrata nel libro, l’avventura di questa donna straordinaria – e dimenticata dai più – che ha dato origine alla celeberrima etichetta arancione.
Fabienne Moreau, l’autrice de La vita effervescente di Madame Clicquot, è archivista e storica della Maison, e ha deciso di riportare in vita Madame attraverso un approfondito lavoro di ricerca: il risultato è un libro delicato, di ampio respiro storico, interessante e godibilissimo. Di nobili natali, Barbe Clicquot (nata Ponsardin) cresce a Parigi negli anni della Rivoluzione. Già da bambina ha qualcosa di speciale: non gioca con le bambole ma con i numeri, non ruba gli abiti della madre ma si intrufola nella biblioteca del padre.
Ragazza d’intelletto vivace e di lingua svelta, s’innamora del giovane François Clicquot, con cui convola a giuste nozze. A vent’anni Barbe (il cui nome, lei dice, significa “polveriera”) si trasferisce da novella sposa a Reims nel bellissimo castello di famiglia, vicino ai vigneti di cui si occupa il marito. Non si sente portata per le «scialbe conversazioni da donnette», non frequenta salotti, non civetta con gli ospiti, non fa nulla, insomma, di ciò che il suo lignaggio le imporrebbe per tradizione.
La sua passione è la produzione di vino, che l’assorbe completamente. La vita dei Clicquot viene allietata dalla nascita della piccola Clémentine, e tutto sembra andare per il meglio: la vendemmia è eccellente, il vino è «di primissima qualità», François è un marito affettuoso e irreprensibile e la piccola dolce e vivace. Ma la tragedia incombe: è il 23 ottobre 1805 quando François muore, lasciando moglie, figlia e azienda. Barbe ha 27 anni: davanti le si apre un baratro, e non sarà mai più la stessa «da quel momento, un’ombra costante velò il suo volto».
Intorno a lei non è cambiato niente – stessi muri, stesso cortile, stessi vigneti – ma la sua vita è diversa. Madame, da quel momento Vedova Clicquot, non si sposerà più. Prenderà in mano l’azienda di famiglia, facendo del suo successo il proprio motivo di vita, convincerà il padre di François a non abbandonare il sogno del figlio solo perché lei è una donna, e costruirà un impero, commerciando con tutti i continenti. La sua vita sarà puntellata da una fittissima corrispondenza con un misterioso “Cavaliere Teutonico”, che si rivelerà essere poi tutt’altro che un cavaliere (dice niente il nome di Dorotea, duchessa di Curlandia, amante dello statista Talleyrand, che tanta parte ebbe nella storia francese?); e dall’incontro con Fëdor Romanovič Ljukov, un affascinante ufficiale russo che profuma di tabacco e lavanda. Nella vita esistono delle costanti, dei momenti che segnano una svolta: per Madame è il 1811, l’anno della Cometa. Una stella lucentissima rifulge sulle vigne, rendendo gli acini dolci e lo champagne particolarmente raffinato.
L’annata sarà il piccolo tesoro di Madame, e sarà grazie all’ufficiale che, durante i saccheggi ad opera dell’esercito russo, questo tesoro rimarrà intatto. Eppure, una bottiglia del 1811 arriverà proprio a Fëdor, più di 30 anni dopo, e proprio nelle isole Åland… In anni in cui «le donne non diventano adulte», Barbe Clicquot è diventata un’adulta, una donna profondamente calata nel suo tempo eppure in qualche modo anticonformista, diversa dalle sottomesse e dalle sfrontate. Una donna che, in una società in cui prima dei vent’anni si doveva convolare a nozze o si era considerate delle reiette, di sé dice «Non dovevo essere fatta per amare un uomo, dargli il mio affetto e ricevere il suo. Né marito, né figli maschi. Quelli che amo e che mi amano sono esseri eccezionali […] Ciascuno mi dà o mi ha dato molto, hanno anche attinto da me, ma nessun uomo si sarà preso tutto».
Quando si ha la sfortuna di finire la lettura (è verissimo, il libro scorre come le migliori bollicine della Maison, solleticando la fantasia e facendoti desiderare di essere stato lì, proprio lì, accanto alla femminista ante litteram Madame Clicquot), si pensa che mai titolo fu più appropriato: la storia della giovane vedova è una di quelle ingiustamente dimenticate.
La penna della Moreau ci accompagna con delicatezza ed effervescenza nei palazzi dorati di Parigi e Vienna, ci fa sbirciare dietro le tende delle stanze in cui si è fatta la Storia, quella vera. Nell’arco dei 78 anni in cui il libro ci catapulta, abbiamo la fortuna di osservare la giovane Barbe costruire un impero, mentre fuori infuria la guerra e la Francia cambia: la Rivoluzione, l’ascesa e la caduta di Napoleone, il ristabilirsi della monarchia e l’avvento di Napoleone III sono i grandi eventi che puntellano la vita quotidiana della «Primissima Signora», e che si intrecciano al suo destino. Madame Clicquot diventa la prima capitana d’industria, la prima sacerdotessa del vino d’alta qualità, la prima donna a fare ciò che gli uomini hanno sempre fatto: comandare.
Sembra quasi di vedere il semibuio delle cantine in cui rifulgono le bottiglie di oro liquido, e di ammirare i paesaggi caldi della Champagne nei quali Madame Clicquot, coperta dal suo turbante arancione, altera e bellissima, passeggia; pare di sentire il bouquet di profumi che sprigionano dal calice, e l’odore acre del mosto fermentato nelle botti. Questa è una storia delicata, romantica e straordinaria, raccontata altrettanto bene: «c’è dell’amore in questo vino», sussurra nel 1843 il nipote a Madame. Ecco, c’è dell’amore anche in questa bella, bellissima storia.
A cura di Wuz.it
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