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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2023
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Il libro, almeno nella traduzione italiana, è piacevole da leggere e scorre via veloce. Per una persona come me, totalmente a digiuno di storia dell’Asia, è una fonte ricca di informazioni relative alle vicende delle terre a ridosso della catena dell’ Himalaya - va detto però che le fonti non sono sempre citate e la bibliografia a fine testo è veramente povera. Il limite più importante è il punto di vista dell’autrice: a differenza di altri grandi scrittori di viaggio, soprattutto del secolo scorso, non riesce a liberarsi delle sue categorie intellettuali, proprie dell’occidentale medio di ispirazione liberale. Tutto ciò con cui si relaziona, sia a livello culturale, sia a livello politico, viene sempre filtrato attraverso di queste limitando la comprensione delle culture incrociate lungo il cammino. Questo voler vedere un percorso teleologico nella storia umana che deve portare ogni individuo a individuare nel nostro sistema culturale il fine ultimo e lo sbocco del percorso storico di qualunque comunità priva di respiro la narrazione e svela la claustrofobia culturale dell’autrice. Per lei risulta alla fine facile assaggiare cibi esotici e affrontare difficoltà logistiche - il che non è comunque scontato - meno semplice liberarsi di una teoria della mente che giudica il diverso sulla base del metro del suo individuale percorso formativo. Di questi tempi non è un limite da poco.
Finalmente. Finalmente un libro sull'Himalaya come si deve. L'autrice, antropologa norvegese, ha la fortuna di spendere molto tempo in viaggio nei paesi dell'Himalaya, visitando e venendo a contatto con una miriade di culture, tradizioni, storie, religioni, credenze... In questo momento storico dove non si può viaggiare in libertà, spensieratezza e all'avventura, per venti euro il lettore vince un viaggio lungo e avventuroso, alla scoperta di paesaggi mozzafiato, templi e stupa incastonati come diamanti nelle valli, montagne incantate e soprattutto dando voce al mosaico di Popoli millenari che la abitano. Dalle piantagioni di the del Darjeeling all'incantevole e insanguinato Kashmir, dal pacifico e colorato Buthan alle vette sempre meno innevate dei picchi hymalaiani, questo libro ha superato le aspettative. Non è un libro per tutti, perché non si concentra sulle eroiche storie e gesta degli alpinisti che sempre più numerosi (e comodi) scalano l'Everest o il K2, né è un libro alla ricerca insistente di Spiritualità e Risposte nelle acque del Gange o nei sacri templi buddisti, ma è un libro che scava nelle storie della gente comune, con i colori e la magia dell'Himalaya sullo sfondo.
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