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E se potessi vivere per sempre, ma della tua vita non rimanesse traccia perché nessuna delle persone che incontri può ricordarsi di te?
«Non pregare mai gli dèi che sono in ascolto dopo il tramonto.»
Nel 1714, Adeline LaRue incontra uno sconosciuto e commette un terribile errore: sceglie l'immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna. Tre secoli di storia, di storie, di amore, di arte, di guerra, di dolore, della solennità dei grandi momenti e della magia di quelli piccoli. Tre secoli per scegliere, anno dopo anno, di tenersi stretta la propria anima. Fino a quando, in una piccola libreria, Addie trova qualcuno che ricorda il suo nome. Nella tradizione di Vita dopo vita e La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo, La vita invisibile di Addie LaRue si candida a divenire una pietra miliare nel genere del "romanzo faustiano".
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Uno dei miei libri preferiti, scritto bene, ti appassiona fino alla fine!
La parte migliore è stato sicuramente l'intreccio tra i vari secoli del passato e gli anni del presente. Vedere Adeline inserirsi nella storia come noi la conosciamo mi ha fatto venire i brividi.
Io non ci credo che questo libro sia stato acclamato come uno dei fantasy più riusciti degli ultimi anni. Non ci credo che l'autrice sia così pretenziosa da affermare che questo sia un retelling riuscito di Dr. Faust di C.Marlowe, Mi sento di sconsigliarlo per salvare i poveri alberi che sono stati abbattuti per permetterne la pubblicazione in hard cover: la narrazione è lenta, faticosa, i personaggi sono noiosi e privi di carisma. Un grande no.
Recensioni
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“Gli antichi dei saranno pure grandiosi, ma non sono clementi né magnanimi. Sono capricciosi, mutevoli come il riflesso della luna sull’acqua, o come ombre nel cuore di una tempesta. Se ti ostini a invocarli, fa’ attenzione: bada bene alle tue richieste, sii pronta a pagarne il prezzo. E per quanto impaziente e disperata, non pregare mai gli dèi che sono in ascolto dopo il tramonto” - Estele Magritte, 1642-1719
Una storia intensa che dura trecento anni, tre lunghi secoli di amori, passioni, lacrime e delusioni, tre secoli di perdite e sconfitte ma anche di piccole gioie passeggere. Tre secoli di immortalità. Ma se il prezzo da pagare per averla dovesse essere la solitudine, in quanti sarebbero disposti a pagarlo?
La vita invisibile di Addie LaRue è un romanzo potente e coinvolgente, capace di trattenere il lettore nella spirale seducente di una storia senza fine.
Villon-Sur-Sarthe, Francia – 1714
Adeline LaRue è una ragazza come tante, che abita in un villaggio come tanti e conduce una vita come tante. Addie – così tutti la chiamano – è allegra, vivace e, soprattutto, curiosa; si sente in trappola in quel suo villaggio anonimo della Francia, vorrebbe spiccare il volo e arrivare fino al cielo insieme alle sue amate stelle, quelle che la accompagnano da quando è nata sul suo viso delicato, sette lentiggini che formano la sua costellazione personale.
Un giorno come tanti, di un anno come tanti, Addie viene messa alla prova ancora una volta dalla monotonia di una vita comune: viene promessa ad un giovane di Villon, rimasto vedovo da poco. Per Addie questo equivale a una condanna. Non può accettare un simile destino, in cui ogni giorno minaccia di somigliare al precedente, in cui non ci sarà nulla per lei se non un flusso monocorde fino alla fine.
Addie vuole scappare. Addie vuole vivere.
Prega per tutto il giorno del suo presunto matrimonio, ma nessun dio le dà aiuto. Prega le divinità del bosco, dell’acqua, della terra, del vento, del sole. Nessuno le viene in soccorso. Prega così intensamente che non si accorge del crepuscolo che avanza, né della risposta che le giunge tardiva. L’ombra le scivola intorno, la avvolge come una coperta e le sussurra all’orecchio un patto invitante quanto pericoloso.
New York, 2014
Sono passati trecento anni da quella notte. Addie passeggia per le vie di New York e si prepara a vivere un’altra giornata da donna libera. Libera. Una parola il cui significato Addie conosce fin troppo bene. Ormai si è abituata alla sua condizione. Ha accettato un patto con il dio dell’oscurità e in trecento anni ha imparato a conviverci, trovando piccole crepe in una gabbia quasi perfetta; Addie è libera, ma gode della libertà nella sua forma più pura. Non può avere legami, con nessuno, non c’è una sola persona che si ricordi di lei e non può possedere nulla che si possa definire davvero suo, se non un piccolo anellino che le rammenta ogni giorno l’entità del suo legame con Luke, il dio della notte. Con lui ha un legame ambivalente, ambiguo, un rapporto conflittuale con l’unico essere senziente che si ricordi davvero di lei, che condivida con lei un passato e un presente, che non la guardi con quell’espressione confusa ogni volta che la rivede dopo essere uscito da una stanza.
Luke è l’unico che la ricordi.
O almeno è così finché Adeline incontra Henry Strauss in una libreria nascosta nella periferia di New York. “Io mi ricordo” le dice quando ritorna nella libreria dopo aver rubato un volume dagli scaffali.
Sono solo tre parole, undici lettere. Ma per Addie sono la promessa di una nuova vita.
Con uno stile poetico e delicato, Victoria Schwab accompagna il lettore in un viaggio attraverso i secoli, un viaggio tormentato che vede protagonisti una ragazza e la sua anima, intimamente connesse da un legame messo alla prova più volte nel corso della sua immortalità.
È un romanzo intensamente delicato, un romanzo che incalza il lettore ad arrivare alla fine dell’ultima pagina senza sapere cosa aspettarsi.
Carola Mazzoni
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