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🦌Tra i prefabbricati del Demo c’è una casa diversa dalle altre: ha una stanza per i genitori, una per il fratello, una per la sorella e una per i cadaveri, gli animali impagliati, trofei di caccia del padre. La sorella ha solo dieci anni e si trova a combattere con un’esistenza tremenda: un padre violento che è difficile chiamare padre, una madre inesistente, totalmente succube del marito ed un fratello minore travolto dalla situazione, la sua testa si riempie di “parassiti” e solo la sorella tenta di tutto per salvare il salvabile. 🍦Una storia angosciante, una famiglia che potrebbe essere come le altre, ma è tutto il contrario. Tra quelle mura si svolge una quotidianità aberrante, narrata in prima persona dalla sorella che ci permette di sentire sulla pelle ciò che prova. Il coraggio di ribellarsi in una situazione complicata, dolorosa. Un dramma familiare molto cupo, e lei è solo una bambina. 🥇Vincitore di numerosi premi, tra cui il Premio Letterario Giuseppe Acerbi @therealpremioacerbi per l’anno 2022, è il romanzo d’esordio della scrittrice belga ed è in corso di traduzione in 15 lingue. Come sapete faccio parte della giuria del Premio Acerbi e quando è stato il momento di conoscere il vincitore, avendo dato il mio voto a questo libro, sono stata davvero felice di poter notare che era piaciuto così tanto e non solo a me. 🔪Non è una lettura facile, perché affronta temi molto duri, oltre che attuali, e allo stesso tempo si legge in poco tempo grazie ai capitoli brevi e alla scrittura delicata ma pungente. 💫Oltre alla meravigliosa copertina, che salta subito all’occhio, l’autrice ha dato vita ad una protagonista speciale, a cui ci si affeziona immediatamente, perché con i suoi dieci anni dimostra una maturità precoce nell’affrontare l’oscuro mondo che la circonda. 🏡È una storia da brividi, assolutamente consigliata.
L'impressione per tutto il tempo è di qualcosa di già letto, visto e sentito, e soprattutto che l'autrice calchi la mano volutamente per impressionare il lettore. La descrizione dettagliata di alcune scene splatter rasenta il grottesco, con l'effetto all'inizio di rendere la storia macabra al limite dell'horror, ma poi di banalizzare la violenza e il dolore tanto che il lettore è assuefatto quando arriva all'epilogo, in cui la tragedia diventa tragicomica. Di buono ha la scorrevolezza e il ritmo, per il resto la storia lascia la sensazione di aver letto una storia "finta".
Un incantesimo. Divorato in due pomeriggi! Adeline con il suo romanzo d'esordio, dopo svariati premi, e raccolte di racconti, ci porta nel grigio scenario di una città quasi asettica. Dove le case sono tutte uguali, tranne una. Quella abitata da una ragazzina di soli 10 anni, del fratello minore e dei suoi genitori. Quella casa è diversa dalle altre. Quella casa ha una camera dei cadaveri. Squallore e violenza fanno da sfondo all'infanzia dei due fratellini. Ma la forza di Lei le permetterà di non cedere, di salvare il fratellino e lei stessa da un incubo degno del miglior Stephen King.
Recensioni
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Adeline Dieudonné entra in punta di piedi in un panorama letterario variegato con il coraggio di raccontare, attraverso gli occhi di una bambina, una storia di violenza. Un argomento di cui sentiamo così tanto discutere da esserne ormai assuefatti. Di certo non una tematica nuova per sviluppare una storia, ma ciò che rende efficace questo libro è la decisione della scrittrice di farla narrare attraverso gli occhi di una ragazzina che, in maniera diretta. descrive il mondo circostante senza rabbia.
A dieci anni la vita della bambina è circondata da cadaveri. Con un padre violento e un’ameba per mamma, l’unico sprone per affrontare le sue paure è quello di dimostrarsi abbastanza forte per salvare il fratellino Gilles dagli animali impagliati nella stanza dei cadaveri che il padre colleziona. In un primo momento distrarre il bambino dagli incubi è un gioco: quando il papà è arrabbiato scappano nell’autorimessa e si divertono con le macchine, quando la mamma è chiusa nel suo silenzio, loro si rannicchiano sotto le coperte abbracciati, per trasmettersi il calore dell’affetto.
Ma un giorno i due bambini assistono alla morte del gelataio e tutto cambia. Gilles perde il suo bel sorriso costellato da dentini da latte, i suoi occhi si fanno ombrosi e nascondono uno spettro che la bimba conosce bene: è lo stesso che vede negli occhi della iena impagliata nella stanza dei cadaveri. È forse l’animale che si è impossessata dell’anima del fratello?
La ragazza non riesce ad accettare tutto ciò. Il sorriso innocente del fratello è l’unico stimolo per scappare alla violenza, ed è disposta a tutto per riottenerlo. Perfino seguire l’esempio della scienziata Marie Curie per costruire la sua macchina del tempo, portare indietro le lancette e riconquistare l’innocenza.
Ciò che questa storia vuole raccontare è la tenacia di una bambina, o meglio di una piccola donna, che trova la forza di ribellarsi per amore del fratello. La sua salvezza è più importante della paura che le attanaglia lo stomaco. È così che da preda si ritrova cacciatrice, perseverando nell’obiettivo di aiutare l’unica cosa salvabile di tutta la casa: gli occhi pieni di speranza di Gilles.
Adeline Diudonné riesce con coraggio e vigore descrive la resistenza di una donna, anche se piccola. Un romanzo delicato, che sviluppa un dolore profondo attraverso gli occhi dei bambini, gli unici che non possono proteggersi da soli. Il dolore dei due fratelli diventa subito nostro. I piccoli che devono dimostrarsi grandi per reagire all’orco che hanno in casa, dal quale non riescono a fuggire e da cui nessuno vuole proteggerli. Una storia potente come un pugno, scrolla e turba l’animo del lettore, il quale non può far a meno di commuoversi sulle note delicate e drammatiche del Valzer dei fiori.
Recensione di Martina Armone
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