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Cerco l'autobiografia di Pattie Boyd tradotta in italiano, dopo aver dato un'occhiata a quella in lingua originale, con copertina variopinta che rimanda in qualche modo alle atmosfere '60/'70. Ed eccomi qui, catapultato ancora una volta con forza nel modo di concepire arte e cultura in Italia: Cos'è, la biografia di un serial killer? Bel viso, però. Dov'è il nome dell'autrice? Ah, eccolo lissù, piccolino. Il nome di Clapton più grande di quello di Harrison, perché Clapton sì che lo conoscono un po', Harrison bisognerebbe aggiungere "uno dei Beatles", e non c'è spazio, ecc. In questi casi mi torna sempre in mente una delle operazioni più geniali in tal senso, che mi ha tenuto lontano per anni da quello che si rivelerà poi uno dei miei film preferiti in assoluto: l'operazione "Se mi lasci ti cancello", traduzione di "Eternal Sunshine of the Spotless Mind", che già solo pronunciandolo in inglese mette i brividi in tutta la sua bellezza. Mi chiedo, ma tali operazioni dal chiaro tenero intento commerciale, danno almeno dei frutti in termini di soldini? Perché se intanto la cultura in Italia affonda e piange lacrime amare, visto anche il modo in cui è trattata, almeno qualcuno che sghignazza e si compiace beato delle proprie trovate c'è, e ha avuto la meglio. Bravo! Io, vabbè, attendo nuova copertina o edizione, intanto prendo l'originale, thank you.
Questo è il classico libro che compri per “lo specchietto” (per le allodole) dei nomi sulla copertina – fateci caso: George Harrison ed Eric Clapton sono scritti in caratteri cubitali, mentre all'autrice Pattie Boyd è riservato un minuscolo spazietto in alto a destra – e che invece finisci per amare incondizionatamente, affezionandoti alla protagonista e dimenticandoti dei grandi nomi che campeggiano sulla copertina. Si tratta naturalmente dell'autobiografia di Pattie Boyd, scritta insieme a Penny Junior; attrice e modella attiva fin da giovanissima, la Nostra incontra Harrison sul set di A hard day's night e, nel giro di non molto tempo, scatta l'attrazione tra i due. A sorpresa, qualche anno più tardi, sarà l'amico di entrambi Eric Clapton a sottrarre la donna dalle braccia del beatle George. In tutto ciò, chiaramente, la carriera professionale di Pattie Boyd è già bell'e che naufragata. Ecco, al di là delle due pur degne di nota love story (stories), va rimarcato il notevole interesse che suscita la storia personale della scrittrice, donna che cresce e matura all'ombra di due 'mostri sacri' del rock, fino a riuscire a liberarsi delle presenze ingombranti dei partner e a rivendicare una vita sua propria, a emanciparsi completamente. Una bella sorpresa davvero, questo libro.
Una divertentissima e profonda autobiografia di un'icona anni '60. Londra, l'America, il rock e la moda in tutto la loro eccentricità e perdizione raccontate da una protagonista d'eccellenza. Commovente il finale.
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