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Con un romanzo ricco di suspense e colpi di scena, Giuseppe Cesaro riflette sul fascino che esercita, ancor oggi, la dottrina nazista e sui pericoli che rappresenta per il nostro mondo.
Vera Stark ha quarantacinque anni, una figlia di venticinque, un ex marito che la tormenta ma ha ritrovato l'amore con Alex, un docente di dottrine politiche all'università. Ma Vera è soprattutto una giornalista di razza e ha da poco cominciato un'inchiesta sulla crescita del neonazismo in Germania e, in modo particolare, sul gruppo "31 Aprile", che vuole riprendere il progetto nazista là dove il Führer lo ha lasciato. Grazie alle sue ricerche e all'aiuto di due anziani antinazisti capisce ben presto che l'orrore non è alle spalle e che qualcosa di strano accade a Villa Redenzione, una casa di cura che nascondeva un tempo un lager. La villa è stata da poco trasformata in un museo da Edna Schein, anziana filantropa, figlia del fondatore di Villa Redenzione, il colonnello delle SS Mäher, processato e giustiziato per i suoi crimini alla fine della guerra. Ma qual è il rapporto tra Edna Schein, Villa Redenzione e il "31 Aprile"? Come mai molti anziani antinazisti stanno scomparendo? E cosa c'è dietro a questo ritorno alla ribalta dell'estrema destra? Sono le questioni a cui Vera dovrà trovare risposta, rischiando la vita e mettendo in discussione tutto quello che crede di conoscere.
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Con una grandissima competenza filosofica e morale, l’autore ci conduce, attraverso una narrazione tesa , in una trama che prende le mosse da una delle pagine più buie della Storia; le riflessioni, che tramite i dialoghi del professore, dell’avvocato, di Edna e di Vera mi sono portata dietro, sono tantissime. La Storia è o no una questione personale? Il male davvero non muore mai ma trova, grazie al suo fascino proibito, il modo di perpetrassi a fronte di un bene che invece sembra non apprendere dall’esperienza? Questa è la via che sembra prendere questa storia: l’uomo è spinto sempre dalle stesse motivazioni, in una coazione a ripetere infinita, in un’equazione in cui il male è potentissimo, si insinua nel linguaggio comune, in parole che lo evocano istantaneamente e creano rapporti anche tra chi non si conosce. Le dissertazioni etiche, filosofiche, storiche e sociali che vengono affrontate nel romanzo spaziano dalle ragioni della guerra, alla veridicità della storia, dalla religione alla politica, dalla società al revisionismo; coniugando verità storiche e finzione narrativa, vicende dolorosamente verosimili ed elementi di suspence, l’autore ci regala un romanzo da leggere tutto d’un fiato, i cui echi, però, rimarranno anche dopo l’ultima pagina, ponendo al lettore questioni imprescindibili e senza tempo.
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