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Anno edizione: 2022
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Un'immersione nel cinema dei fratelli Dardenne attraverso i diari di Luc: le riflessioni, le scelte e i ragionamenti che hanno accompagnato la creazione dei loro film.
Trovare la parola che esprima il silenzio delle altre parole. Trovare l'inquadratura che inquadri l'invisibilità delle altre inquadrature.
«Siamo giunti alla conclusione che dovevamo smettere di inseguire un'immagine ideale del cinema. Ci siamo detti: che cosa ci appartiene veramente, che cosa sappiamo fare? Ecco, scrivere mi è servito a meditare su questo e a confrontarmi con mio fratello.» Tra gli anni novanta e il primo decennio del nuovo secolo Jean-Pierre e Luc Dardenne hanno dato vita ad alcuni tra i film più memorabili del panorama mondiale: opere crude e innovative, capaci di offrire un nuovo linguaggio al realismo e di incontrare il favore di critica e pubblico. Fatto meno noto, la loro realizzazione ha coinciso per Luc con la stesura di un diario, nel quale ha riversato le riflessioni che i due registi hanno condiviso fuori e dentro il set: la scelta degli attori e le decisioni sulle sceneggiature, l'invenzione di Rosetta e le inquadrature di L'Enfant, le teorie filosofiche e le idee per i nuovi progetti, le letture fatte e i film visti – da Federico Fellini a Robert Bresson, fino a Nanni Moretti –, le questioni religiose e sociali e l'attualità – dai piccoli fatti di cronaca agli attentati di Parigi e Bruxelles del 2014-2016. Addosso alle immagini, questa sorta di diario-specchio, è un viaggio nel cinema dei fratelli Dardenne: un contenitore di pensieri, ognuno dei quali è un frammento nella costruzione di un immaginario di rara nitidezza e complessità. Un'opera che ci rivela cosa avviene nella mente di un regista prima che l'occhio si posi sulla macchina da presa.
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