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L' affare Kurilov
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L' affare Kurilov
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affare Kurilov
Non è un caso che il Comitato rivoluzionario affidi la missione di «liquidare» Valerian Aleksandrovic Kurilov, l’odiato ministro della Pubblica Istruzione del regime zarista, proprio a Léon M.: orfano di due rivoluzionari russi, allevato in Svizzera a spese del «partito», questi non ha avuto altra famiglia che i «compagni», ed è cresciuto con l’idea «che una rivoluzione sociale fosse inevitabile, necessaria». Nel gennaio del 1903 Léon, non ancora ventenne, assume dunque la falsa identità del dottor Marcel Legrand e riesce a entrare nella casa di colui che gli studenti universitari hanno soprannominato il Pescecane. Perché è «feroce e vorace», e non esita a far sparare sugli studenti, né a farli arrestare, processare e giustiziare. Eppure, vivendo costantemente al suo fianco, il falso dottor Legrand scoprirà che le cose e gli uomini sono più complicati di come appaiono. Fin dal primo sguardo il volto di Kurilov gli sembra «più molle, più fragile, più vulnerabile», e presto capirà che è anche gravemente malato. Inoltre, Kurilov è molto innamorato della seconda moglie, un’ex cocotte francese che i sovrani si rifiutano di ricevere, e a causa di questa donna, che tutti giudicano «sconveniente», è pronto ad affrontare persino la disgrazia politica. E per finire è molto più scettico e pieno di dubbi di quanto le sue posizioni pubbliche lascino credere. Materia perfetta per Irène Némirovsky, che in questo romanzo dimostra ancora una volta le sue doti di narratrice, e dà prova di una inconsolabile lucidità sui destini del genere umano e sulla sua derisoria pretesa di cambiare il corso della storia.
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Testo in italiano
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Pagine della versione a stampa:
192 p.
Layout:
Reflowable
EAN:
9788845972522
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Ancient Mariner
24 gennaio 2022
Da leggere
Consiglio la lettura. La scrittura è avvincente. Una spietata analisi della natura umana, dove buono e cattivo diventano termini relativi. Finale non scontato.
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Ivan Mecca 1891
21 maggio 2020
Stupendo affresco della Russia zarista al suo crepuscolo, colta in tutto il suo grigiore e la sua cupezza immediatamente prima della guerra Russo- Giapponese. La Nemirovsky ha scritto quello che per me è il suo capolavoro; un romanzo storico che offre uno spaccato fedele della inquieta russa pre-rivoluzionaria attraverso le gesta di un giovane ventenne rivoluzionario, figlio a sua volta di due rivoluzionari ormai morti e cresciuto dai compagni di lotta in Svizzera. Leon M., tale è il suo nome, viene incaricato di uccidere il ministro dell'istruzione, Kurilov, soprannominato il pescecane per la sua ferocia nel reprimere le attività dei giovani studenti dissidenti verso il regime zarista. Giunge in Russia sotto le false spoglie di un medico, Marcel Legrand, e giunge a divenire il medico privato di Kurilov. Ma proprio la vicinanza con Kurilov, soltanto a prima vista imponente e spietato, granitico, gli permetterà di conoscere la sofferenza di uomo malato terminale di tumore al fegato, incline ad inaspettati momenti di tenerezza verso la sua famiglia, eppure crudele e senza scrupoli nel combinare per conservare il potere un matrimonio tra la figlia e il figlio omosessuale del barone a lui succeduto nella guida del ministero e del quale riprenderà il posto. Lo stesso Leon M. giunge in Russia determinato ad uccidere Kurilov ma non ci riuscirà. A suo modo si affezionerà al Pescecane sofferente. Dolente apologo sulla fatuità di ogni spargimento di sangue in favore di qualsivoglia idea o posizione. Gli uomini non sono che insetti senza alcuna capacità di influenzare perpetuamente il destino del mondo, è quello che scopriranno amaramente sia il moribondo Kurilov che l'altrettanto moribondo Leon M., consumato dalla tisi e gravato dalle ombre lorde di sangue degli uomini che fece uccidere durante la rivoluzione del 1917, mentre si appresta a portare a compimento la stesura del manoscritto riguardante l'affare Kurilov un trentennio dopo i fatti narrati. Romanzo sublime.
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Andrea
15 maggio 2020
35. Scritto nel 1932 e pubblicato nel 1933, "L'affare Kurilov" si distacca sicuramente dai romanzi che la Némirovsky avrebbe scritto in seguito o che l'avevano già acclamata - si veda "David Golder" che la portò alla ribalta. Il protagonista e voce narrante è Léon M., orfano di due rivoluzionari russi, cresciuto dal comitato rivoluzionario che gli affida nel 1903 il compito di ammazzare Kurilov, ministro dell'istruzione durante il regime zarista. Da quel momento in poi diventerà il dottor Marcel Legrand e comincerà a vivere sotto lo stesso di Kurilov, persona meschina e odiata, soprannominato "Il pescecane". Sarà questa convivenza per nulla facile a spingere Léon ad una riflessione più approfondita sugli ideali con il quale l'hanno cresciuto, sui rapporti di forza, sulle persone che lo hanno sempre circondato, e sull'uomo in generale. A primo impatto, per la storia narrata, questo romanzo non sembra avere nulla a che fare con la Némirovsky, eppure come non riconoscere quel suo stile tagliante e critico? L'abilità di creare personaggi grotteschi e spietati, alcuni dei quali sempre pronti a mettersi in discussione
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