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Al bistrot dopo mezzanotte - Joseph Roth - copertina
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Al bistrot dopo mezzanotte

Descrizione


"Sono un Francese d'Oriente" scrive Joseph Roth da Odessa nel 1926. Ha già nostalgia di Parigi, meta l'anno precedente della sua fuga dalla Germania: Parigi è la "capitale del mondo" commentava allora, senza sapere che lì sarebbe vissuto quattordici anni e avrebbe scritto gran parte dei suoi libri. Chi non è stato a Parigi, del resto, è "solo un mezzo uomo", e diventare uomo completo significa, per Roth, godere di un'identità multipla nella città in cui gli ebrei orientali - affluiti dopo la guerra - "possono vivere come vogliono". Come i mirabili reportage da Vienna raccolti ne "Il caffè dell'Undicesimo Musa", anche questi feuilleton francesi sono racconti perfetti, increspati da un impagabile humour e da spiazzanti paradossi, gremiti di suoni e colori, odori e sapori: reti di nere cozze sgocciolanti e lupi di mare nel porto di Marsiglia; aromi di caffè, Pernod e acquavite nei bistrot parigini dove, dopo mezzanotte, si raccolgono gli esuli d'Europa; il bel mondo della Costa Azzurra con le sue vecchie cariche di brillanti e stuoli di cagnolini al seguito; l'alta stagione a Deauville con Monsieur Citroen che perde sempre al Casinò e regala un'automobile a ogni croupier; toreador vili e cialtroni nelle corride di Vienne (in cui le simpatie di Roth vanno naturalmente al toro) ; suonatori cosacchi di nostalgiche balalaiche; indossatrici che "seducono con caviglie moralmente corrotte" e femmine nude nei "luoghi di perdizione più ameni del mondo".
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Dettagli

2009
10 giugno 2009
301 p., Brossura
9788845924019

Voce della critica

Dopo gli articoli viennesi di Il caffè dell'undicesima Musa (2005), Adelphi propone una nuova raccolta di Joseph Roth giornalista. Si tratta questa volta di resoconti di viaggio e recensioni letterarie di ambientazione francese, oltre a un lungo saggio su George Clemenceau. Anche se alcuni di questi pezzi, a cura di Katharina Ochse, erano già stati tradotti in italiano in Ebrei erranti (1985; cfr. "L'Indice", 1985, n. 5) e in Le città bianche (1987), il libro offre un ritratto dello scrittore ancora in gran parte inedito. Roth si trasferisce a Parigi nel 1925, come corrispondente della "Frankfurter Zeitung". Attraversare la Francia, in particolare le regioni mediterranee, è il suo modo di riappropriarsi delle radici culturali comuni dell'Europa e dare forma all'utopia di un continente unito e in pace. A Parigi come a Marsiglia, a Lione come a Nizza, Roth prova a convincersi che "ogni luogo è patria". È per questo che più avanti, a spasso per la Provenza, gli viene in mente un verso di Mistral: "Razze? ma se di sole ce n'è uno solo". Il protagonista autobiografico dei suoi articoli – "perditempo" nel senso in cui lo sono i personaggi dei suoi romanzi – è però un viaggiatore che non si accontenta mai di soluzioni consolatorie e porta con sé una faticosa ricerca esistenziale: "Nessuna guida dà una risposta. Siamo qui per interrogare". Un'inquietudine confermata dalla ripugnanza per lo spettacolo della corrida, cui Roth assiste a Nîmes e descrive prendendo le parti del toro, quale simbolo del destino sacrificale del popolo ebraico. Per l'autore di Al bistrot dopo mezzanotte, l'identità è qualcosa che ormai va misurata da lontano, nella dimensione solitaria del distacco. È soltanto andando via, infatti, che si può forse ritrovare un legame con "la propria infanzia e quella dell'Europa". "Chi lascia il paese", spiega Roth, che qualche anno più tardi sarà costretto all'esilio, "porta con sé ciò che di più prezioso una patria può donare: la nostalgia".
Luigi Marfé

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Conosci l'autore

Joseph Roth

1894, Brody

Giornalista e scrittore austriaco. Cresce accanto alla madre nella casa del nonno, frequentando le scuole nella città natale. Nel 1916 si trasferisce a Vienna dove si iscrive all'università e dove pubblica i suoi primi racconti e poesie. Inizia, sempre a Vienna, l'attività di giornalista per poi svolgerla a Berlino. Nel 1925 si trasferisce a Parigi e durante questi anni scrive La ribellione (1924), Aprile. Storia di un amore (1925).Il ritmo di vita intenso e disordinato, da una città a un'altra, e l'abuso di alcol si accentuano dopo che la moglie si ammala e viene ricoverata per una malattia nervosa. Da allora intensifica la sua attività come dimostrano i romanzi Zipper e suo padre (1928) e Giobbe. Romanzo di un uomo semplice (1930); quest'ultimo dà...

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