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Ho letto con interesse questo prezioso saggio della De Monticelli: il suo talento nel riuscire a trasmettere il metodo fenomenologico ai non addetti ai lavori, con costanti riferimenti a filosofi non fenomenologi, ha permesso di affrontare la questione importante dei valori e dello smarrimento del riconoscimento assiologico della società contemporanea, il male morale che affligge diversi strati delle realtà urbane di oggi. È un tema importante, urgente, da strappare alle retoriche trite e ritrite del linguaggio giornalistico e frettoloso e affidare, come la De Monticelli fa nella sua analisi profonda e ben costruita, alla riflessione filosofica.
Il degrado etico pervadente e diffuso nell’attuale società ha indotto la filosofa De Monticelli ad argomentare sull’origine del male pubblico, da sempre enigma per la filosofia. Già nel titolo del saggio, riproposizione all’incontrario di quello di una famosa opera di Nietzsche, avvalora l’idea che lo scetticismo logico del filosofo tedesco abbia contribuito ad avviare quella mutazione della coscienza ora chiaramente riconoscibile nell’indifferenza generale verso tutto ciò che contravvenga all’etica. R. De Monticelli spiega come questa forma collettiva di male prenda possesso delle menti e sia individuabile non in chi la viva, ma nella cerchia di chi gli sia prossimo. Così in un mondo capovolto in cui l’illegalità sia accettata come “normale”, l’ostracismo e lo spietato giudizio colpiscono sempre solo chi denuncia le devianze. Se nel privato fa saltare amicizie ed affetti, nel pubblico arriva a minacciare le democrazie. E proprio nelle democrazie la distribuzione del potere non avviene sulla base di un consenso esplicito, ma per una forma opaca di accettazione che fa transitare le menti dall’incertezza della possibilità alla certezza di una realtà “vincente”. H. Arendt aveva descritto la banalità del male “nell’incredibile solubilità della coscienza personale sotto la forza della pressione sociale”. Gli individui spariscono nel collettivo e accettano di sacrificare libertà e responsabilità per una chimera di sicurezza e protezione. Contro l’erosione progressiva d’idealità e di quei valori in cui essa si realizza R. De Monticelli propone qui un percorso filosofico complesso volto a rivivificare nella coscienza degli individui i valori su cui si fonda un’etica pubblica. Compito cruciale del pensiero politico “ identificare quali valori in quale ordine di priorità costituiscano la trama ideale dell’impegno”. Un dotto invito ai cittadini affinché riscoprano i valori che garantiscono una società di beni.
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