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L' albero delle nebbie - Umberto Piersanti - copertina
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L' albero delle nebbie
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L' albero delle nebbie - Umberto Piersanti - copertina
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Descrizione


Il nuovo libro di Umberto Piersanti è un canto in cui la natura pullula di boschi, erbe e piante di ogni tipo, evocate con nomi sempre precisi, da profondo conoscitore (l'albero delle nebbie del titolo è lo scotano: un arbusto cosí chiamato perché il suo acceso colore rosso-arancione nei giorni d'autunno attraversa anche la nebbia piú folta). Tutto questo mondo di selve, fiori e animali rimanda costantemente a ricordi personali da un lato, e a favolose leggende popolari dall'altro. Su questo nucleo poetico, Piersanti inserisce, senza particolari fratture, le poesie sul figlio Jacopo, splendida creatura nonostante un grave handicap, che, irraggiungibile nel suo "castello chiuso e separato", era già presente nella seconda parte di "Nel tempo che precede".
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Dettagli

2008
173 p., Brossura
9788806188603

Valutazioni e recensioni

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Gian Paolo Grattarola
Recensioni: 5/5

Una raccolta di poesie per certi versi risolutiva, nella quale l’autore pur non perdendo il punto di contatto con l’ intuizione del primato della bellezza e della sacralità della memoria, del culto della naturalezza, della fedeltà al territorio che ha generato la sua poetica, ne ha potenziato l’opzione originaria, lasciandola confluire nel convivio umano della contemporaneità. Nella nutrita costellazione delle sue opere è facile intravedere la continua ricerca evolutiva della forma espressiva di chi è consapevole che il respiro della scrittura non sempre è sufficiente ad esprimere compiutamente la percezione profonda di un’identità che vuole sopravvivere a dispetto di un mondo alienato. Il richiamo alla civiltà e alla cultura di un territorio rappresenta una caratteristica determinante della poesia del secondo Novecento. In essa Piersanti ha saputo trovare una propria personale collocazione, conferendovi un felice sovrappiù di inventiva e creatività, che non riposa sui richiami cullanti di un’estraniata espressività, ma piuttosto sulla necessità di restituire voce alla fatale esclusione del poeta, dilatando la sacralità del verso nel ventre profano della prosa quotidiana, La sua cifra stilistica ancora una volta è una rara specie di intensità colma di profondità e di luce, una pietas di colori e profumi, una minuziosa fenomenica di piante e di fiori, appartenenti ad un paesaggio analiticamente repertato nella sua dimensione morfologica ed antropologica, una vibrazione di timbro leopardiano che discende fino a Pavese, e Luzi, passando per Carducci, Pascoli e il D’Annunzio di Alcyone. La sua è poesia dell’espressione più alta e matura, in bilico tra il narrato e il cantato, che conserva l’espressione vocale dei suoi luoghi. Versi lunghi e distesi che recano l’incanto remoto di una delicata melodia della terra, la coinvolgente armonia del ricordo, restituendoci un ultimo raro brandello di quella civiltà agreste che avevamo dimenticato. Un bel volume, un poeta vero, una stupenda occasione di poesia

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La Recherche
Recensioni: 5/5

Una raccolta di poesie che si legge volentieri, come sfogliare un libro fotografico. Piersanti è nato a Urbino nel 1941 ed è abile maestro della parola, usa un linguaggio pulito, deciso, sminuzzato in versi brevi e nitidi come i paesaggi che va descrivendo con l’intensità emotiva che si addice a un poeta che ha vissuto nell’immediato dopoguerra la sua infanzia e ha visto tramontare il Novecento con il suo carico di ricordi lieti o tristi. Nelle sue poesie vi è la luce di una campagna intrisa di vita, di memorie personali in cui le trasformazioni stagionali ed emozionali vengono narrate con arte di parole suggestive e dovizia di particolari. Un libro che trasporta in un mondo genuino fatto di vento e sole, nuvole e nebbie, erbe e fiori, animali e persone, odori, sensazioni, affetti e passioni. Un libro candido in cui il poeta rivela di sé qualcosa di veramente personale, tanto da lasciare allibiti, in alcuni passaggi, della sua sincerità e capacità di mettere a nudo i propri sentimenti senza il timore, con ciò, di esporsi al “pubblico ludibrio”. Una poesia agreste tra i cui versi riecheggia un gradevole stile leopardiano.

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Davide D'Alessandro
Recensioni: 5/5

Mentre leggo “L’albero delle nebbie” vengo letteralmente invaso da una sostanza creativa, da un fluire di ricordi ed emozioni, da un passato che è suo e di tutti noi, dal mito che accomuna, anima, lega. C’è un segreto nei versi di Piersanti: un’altra vita è possibile, un altro tempo è possibile, un tempo differente che ti consente, mentre consumi il tuo fiammifero quotidiano, di essere anche altrove, dove i sogni si popolano di favagelli e di vitalbe, di sprovingli e di pastori, di ceppi e fiordalisi, di casa in fondo al fosso e di luna che s’alza grande e gialla, di luoghi vissuti, tenacemente vissuti, superbamente vissuti, poi persi in un tempo che tutto sembra smarrire e ora ritrovati, con il gusto della memoria che mai t’abbandona. “In un tempo remoto”, “Jacopo” e “Tra cronaca e memoria” sono le parti che formano il libro. Nessuna delle tre, sia chiaro, è testata d’angolo. E’ un errore separare l’opera di Piersanti, pensare che un tema, magari più intenso, possa fondare gli altri. Il poeta d’Urbino è uno, uno il suo verso, una la sua trama. D’accordo, Jacopo è il figlio autistico, l’amore faticoso che lo schianta e le poesie che lo riguardano scaldano il cuore freddo e distratto dei nostri giorni, ma Jacopo è dentro Piersanti come la fata dentro il bosco, come gli uccelli minuti immersi tra le foglie, come una fonte d’acqua chiara, chiara come l’aria. Nella seconda sezione, o stazione (per dirla con Bevilacqua), c’è il passo stanco di chi è chiamato a inoltrarsi, da padre, in un mondo separato; di chi è chiamato a rincorrere, da uomo, le schegge impazzite, i brandelli di un passato che non passa. Però c’è l’amore che, ha scritto Dante,move il sole e l’altre stelle. E Piersanti ama, fatica e ama. Il figlio e la pianta, la donna e il vino, lo scotano e il libro. Vi invito a entrare ne “L’albero delle nebbie”, a perdervi tra rovi, sudori e amori, a ritrovare Urbino, dove ognuno di noi è già stato prima che fosse, a ritrovare dunque voi stessi.

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Umberto Piersanti

1941, Urbino

Poeta italiano, una delle figure maggiori della letteratura italiana del XIX secolo. Piersanti debutta nel mondo della letteratura con La breve stagione nel 1967 all'età di ventisei anni, da lì nel corso della sua ultra decennale carriera ha pubblicato, oltre a diverse raccolte poetiche, testi di saggistica e anche opere di narrativa.Nel corso dell'anno 2005 fu uno dei candidati per il Premio Nobel per la Letteratura.La poesia di Piersanti è fortemente caratterizzata da eventi, figure, presenze, apparizioni,la cui intensità viene spesso percepita, in raccordi fulminei, per analogia o, più spesso, per disgiunzione, tra il presente e i ricordi che giacciono nella memoria.Ha pubblicato raccolte di poesie (Il tempo differente, 1974, L'urlo della mente, 1977,...

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