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Anno edizione: 2025
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Concetto Vecchio è tornato nei teatri in cui si è fatta la storia, Bologna, Roma e Torino, ha incontrato decine di testimoni, giornalisti, studiosi e ricostruito con la precisione del cronista e il passo svelto del narratore i fatti che hanno segnato quei mesi. Restituendoci alla fine il vibrante ritratto dell’anno in cui l’Italia repubblicana perse la sua innocenza.
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Il libro è una ristampa accompagnata da una nuova prefazione di un libro di dieci anni fa rimasto inalterato Il libro soffre di tale distanza e nel frattempo molto è stato scritto e discusso sul ‘77 e gli anni di piombo. Rimane una cronaca di valore di un cronista che ha il merito di provare a mettere insieme testimonianze e fatti e a cercare una intepretazione di tali fatti Rimane la sensazione di un libro vivace, netto nel fare spessore ai fatti ma datato
Il 1977 è stato uno degli anni più violenti e drammatici della recente storia italiana. Il lavoro dell'autore aiuta a conoscere le vicende principali di quell'anno nefasto nell'ambito generale del tragico periodo storico in cui è inserito: gli anni di piombo. Molto interessante per chi era bambino negli anni '70-'80 e poco sa di quel periodo storico-politico molto studiato ma ancora poco conosciuto con sufficiente chiarezza.
L'uccisione di Casalegno come tema centrale e filo conduttore della narrazione: intorno il contesto di un anno di lotte, contestazioni, rivendicazioni, disperazione, dolore e soprattutto violenza, una violenza insensata, cieca, disordinata, quasi l'unica risposta o arma a disposizione. La crisi del movimento, la fine di un periodo di espansione, il culmine della crisi economica. Vecchio descrive da cronista attento e scrupoloso; nella sua ricerca ci sono i dati, le vicende, ma anche i sentimenti e le persone. Manca forse una tesi o un giudizio, ma gli elementi per arrivarci ci sono tutti e Vecchio lascia che sia il lettore a decidere.
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