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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2011
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No non ci siamo. In 90 pagine lo scrittore descrive un colloquio per 20 pagine, una lunghissima ed inutile lezione di musica per altre 20 (ma chissenefrega, cosa c'entra con l'idea iniziale... tanto per allungare il brodo?), una chiacchierata di 30 pagine completamente inutile tra la protagonista e una sua amica. Salvo solo il capitolo con la fuga finale perché scritto bene, anche se non rappresenta per nulla una fine. Lo stesso scrittore dice nel libro che vuole scrivere un romanzo incompiuto, ma non è ammettendolo che puoi salvare baracca e burattini. Un romanzo deve avere una trama. Un qualcosa. Sennò è un ammasso di capitoli messi insieme senza nessun filo logico... un blog praticamente. E così inganni il lettore che ha pagato per leggere un qualcosa che non esiste. Un romanzo è altro. Non questo. E mi dispiace per l'autore che probabilmente ha sofferto molto, ma qui ci si sente presi in giro. Pagare per un libro che non ha nè capo nè coda mi fa venire i nervi. Se avessi voluto leggere di un episodio di colloquio andato male o roba simile avrei letto uno dei tanti blog che ci sono in giro. Ritenta caro Pietro De Viola, ma questa volta elabora una trama prima.
Lettura inizialmente veloce e travolgente, poi comincia ad insinuarsi nel nostro corpo una maggiore consapevolezza della triste e dura situazione dei giovani d'oggi e la lettura rallenta, ferisce.... Forse un po' troppe divagazioni confondono il lettore che perde il contatto con la protagonista e si vede fiondato su altre situazioni non necessariamente pertinenti. Ma il nocciolo è ben sottolineato dall'autore: "Appartengo ad una generazione di asociali perché l'indigenza nascosta distrugge i rapporti tra le persone, riducendoli a tanti Adesso non posso, magari ti chiamo la prossima volta. Lo scambio, il confronto, il tenersi compagnia sono riflessi dei diamanti dell'esistenza, il motivo autentico del perché siamo nati. Ci tengono in vita, ci rendono persone. Ma a noi, che persone non siamo più, tali riflessi sono stati oscurati." E poi la triste realtà dei rapporti di coppia di questa generazione che non vedono un futuro, nè tantomeno un presente..... Un libro da leggere e conservare per le generazioni future.
Libro simpatico che si fa leggere abbastanza velocemente. Trattasi un po' dello specchio di questi tempi riguardante la generazione dei trentenni di oggi senza opportunita' di lavoro ( se non quello precario) e quindi senza manco la possibilita' di progetti a lungo o medio termine. Ti fa sorridere in alcuni tratti ma sempre col retrogusto un po' amaro che ti lascia questa triste realta'. Voto tra il 2,5 e il 3.
Recensioni
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