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L’astronave “Covenant”, in viaggio verso il pianeta Origae-6 per una missione d’insediamento con a bordo più di 2.000 coloni e 15 membri di equipaggio in stato di ipersonno criogenico, è investita da un brillamento stellare che causa ingenti danni e la morte del capitano. L’androide Walter (Fassbender) risveglia l’equipaggio per dar corso alle riparazioni, nel corso delle quali viene intercettata una trasmissione radio (che comprende le note di “Take Me Home, Country Roads” di John Denver) proveniente da un pianeta sconosciuto verso il quale il nuovo capitano, Christopher Oram (Crudup), decide di deviare, nella speranza di un approdo sicuro. Scelta sciagurata, perché si tratta del pianeta degli “Ingegneri”, remoti antenati della razza umana, ormai annientati da un virus letale. I protagonisti vi troveranno un’astronave circolare e David (sempre Fassbender), l’androide che era stato aggregato alla missione scientifico-esplorativa del “Prometheus” guidata da Elizabeth Shaw. Ma, soprattutto, dovranno fronteggiare il bestiale assalto dei ben noti xenomorfi. Sequel del prequel (di una ideale seconda trilogia, che pone ormai la saga di Alien in concorrenza con quella di Star Wars), la nuova fatica di Ridley Scott si avvale del consueto apparato fanta-horror e della poetica filososofico-metafisica (l’inesausta ricerca del “Creatore”) del capitolo precedente, iniettandovi una robusta dose di action. Gran ritmo, sequenze mozzafiato, straordinaria potenza visiva, mirabili scenografie dark, montaggio serrato, fotografia magistrale, suggestiva location neozelandese, CGI fantasmagorica e non invadente, costituiscono l’intelaiatura di un film (e la cifra stilistica del regista) che conosce la sua miglior parte nelle scene d’azione, caratterizzate da momenti splatter e irrorate da molto gore. Il cast (Waterston, McBride, Bichir, Franco) è meno convincente di quello di “Prometheus” (Rapace, Elba, Theron, Pearce), ma Fassbender troneggia. Pellicola epica che aspira al mitologema.
Dopo numerosi film di Alien ci viene proposto Alien Covernant che sarebbe il prequel di Prometheus. Vi dirò la scena iniziale è davvero ben fatta ed orchestrata bene, mentre per il resto del film si poteva fare qualcosa in più dato che si capisce fin dall’inizio del film che l’umanoide creato da un essere inferiore prima o poi darà problemi. Per il resto il film non è male, ma sono d’accordo nell’affermare che la dicitura Alien non c’entra nel film. Comunque sia il film di R. Schott va visto.
"Nello spazio nessuno può sentirti urlare". Questo era l'incipit del primo, indimenticabile, film su Alien. Ora con questo "Alien Covenant", Ridley Scott, e' tornato ai fasti di un tempo. Tante (ma non tutte, sicuramente in attesa di un nuovo capitolo) domande lasciate in sospeso con il prequel "Prometheus" troveranno risposte (anche sorprendenti per alcuni versi). Azione, horror, e anche un po' di splatter fanno da contorno a questo entusiasmante film sullo xenomorfo piu' resistente (in tutti i sensi) che abita nello spazio profondo. Speriamo che presto ci sia un nuovo capitolo.
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