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Anno edizione: 2007
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Attesissimo seguito del fortunatissimo Back to Bedlam, questo All the lost souls non disattende le aspettative dei fans, almeno a giudicare dal primo singolo 1973: accattivante, melodico, ben concepito... Blunt al 100%! Sulle ali di questo pezzo, l'intero album è volato fin da subito in vetta alle classifiche di vendita, rimpinguando le già ricche tasche del buon James. Ma come una rondine non fa primavera, una bella track non può rendere prezioso un intero disco. E allora ecco la fatidica domanda: val la pena sborsare tanti Euro per comprarsi questo All the lost souls? Direi di sì, se amate il Blunt-style, anche se devo dire che uno dei difetti da me riscontrati nel debut album, qui si acquisce: l'eccessiva, quasi ossessiva ripetitività delle canzoni. Prendiamo ad esempio la seconda traccia - One of the brightest stars: oltre tre minuti fatti dallo stesso, identico giro di piano e un'unica frase ripetuta all'incirca 40 volte... Irritante. Medesimo discorso lo si può fare per I'll take everything, Same mistake (titolo quanto mai profetico) o Carry you home - per citarne solo alcuni - ma purtroppo il discorso vale grosso modo per tutti i pezzi, molti dei quali sembrano continui loop di spezzoni da 30". Ci sono sicuramente altri brani, in questo All the lost souls, che raggiungeranno le vette delle classifiche mondiali: le melodie sempre indovinate e la voce sussurrata - ed ormai familiare per tutti - di James Blunt ci accompagneranno quindi ancora per molto tempo. Ma se questo può essere piacevole nella rotation radiofonica, diverso è il discorso quando si parla di ascoltare i dieci pezzi che compongono il disco tutti di seguito: la noia, in questo caso, la fa da padrona. Ossessivo compulsivo! Potrebbe essere un'ideale colonna sonora per film come 50 volte il primo bacio o il nostrano E' già ieri...
Recensioni
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