Almeno il pane, Fidel. Cuba quotidiana nel periodo speciale
- EAN: 9788872269503

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19/10/2011 12:43:35
povera cuba e poveri cuba spero che quell'isola si risvegli dal torpore che da troppo tempo la avvolge
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09/11/2007 18:14:58
Questo libro sarebbe un buon libro di ricerca se fosse stato scritto da una persona credibile e sincera. In realtà ormai è noto che quest'autore ha usato nomi falsi di presunti ma inesistenti parenti cubani (cui sono cascati editori quali stampa alternativa...) per gettare fango su Cuba e sul governo di Castro. questo non è giusto! Non è giusto inventare storie per screditare un paese che è già vittima del capitalismo imperialismo americano. Le bugie fanno male alla letteratura e anche alle persone che lottano per un mondo nuovo. Questo non lo rende un autore e tanto meno un editore credibile... Del resto le bugie e il gettar fango sul prossimo è l'arma che usa questo sistema che paga chi si allinea...
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27/02/2007 18:20:34
Il primo intento di questo libro (e la sua prima qualità) è quello di voler descrivere la realtà di Cuba come la vivono i cubani. Gordiano Lupi ci porta in un paese rovina, in cui la povertà è la norma, in cui bisogna arrangiarsi per sopravvivere, visto che quello che si guadagna non basta ad assicurarsi neppure abbastanza cibo per il mese, in cui bisogna arrangiarsi per viaggiare, visto che anche i trasporti pubblici cascano a pezzi, in cui la propaganda governativa continua ad essere entusiastica e ottimistica, tanto che tutti vorrebbero vivere in televisione - il paese in cui non ci sono problemi, tutti sono felici e non hanno nessun bisogno di soldi - mentre i cittadini cubani sono oppressi dai divieti, dalla prepotenza della polizia e guardano il mondo da cui i turisti provengono come miraggi di benessere quasi irreale. L'ho trovato un bel libro scritto con immediatezza e partecipazione, con la semplicità di chi cerca di capire e di far capire la vita degli altri, con rispetto. Sono contenta di averlo letto. Anna Lemos
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14/11/2006 12:08:24
Questo libro è un calcio in bocca a tutte le false notizie che hanno tentato di vendere Cuba come terra di libertà, divertimento e benessere. Purtroppo non è così... pur di non rinnegare le proprie idee, di ammettere gli errori si è preferito tacere sulle sofferenze dei cubani, che sono persone semplici e piene di vita, piene di un'energia vitale che Fidel Castro ha in parte spento. Non capisco proprio il perché non si riesca a giudicare le vicende umane in tempo reale. Voglio dire perché occorre che un muro ci crolli addosso, che vengono aperte le porte dei gulag e dei campi di concemtramento per dire ( solo dopo tanti anni) ci siamo sbagliati? Ricordo l'episodio che mi fu raccontato da alcuni amici, tutti fatti di false idiologie e notizie, che alla fine degli anni '80 andarono a fare un viaggio in Romania. Una sera passando per strada salutarono con il pugno chiuso delle persone che risposero riempiendoli di botte. Loro che venivano dal lusso italiano eano andati a fare gli alternativi in un luogo dove il comunismo averva sterminato l'essenza di un popolo. Gli aggressori, che erano persone normali, avevano visto in quel pugno chiuso sofferenza e costrizioni ed ora che erano liberi non lo accetavano più. Perché siamo così anacronistici nel capire la realtà? Perché non sappiamo leggere il presente? Forse perché non conosciamo il passato o forse perché non abbiamo l'umilà per chiedere scusa e dire "Dispiace tanto ma ci siamo sbagliati". E questo discorso non vale solo per Cuba, vale per tutti i luoghi dove non c'è democrazia e vera libertà, ed ovviamente anche gli Usa (specie in quest'ultimo periodo) sono inclusi. Il libro di Lupi è l'ennesimo tentativo (grazie a Dio ora più marcato) di aprire uno squarcio sulla vera vita dei cubani, un popolo che sta pagando anche il grande egoismo occidentale. Perché se è vero che a Cuba non c'è democrazia, è altrettanto vero che, nel bene o nel male è l'unico stato che si è opposto all'arroganza espansionistica americana. Questo coraggio, caro Lupi, va riconosciuto a Castro
