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Opera molto buona relativa alla vasta produzione di Amadeo Bordiga. Indubbiamente il più grande esegeta marxista dell'intero secolo scorso.
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scheda di Bongiovanni, B., L'Indice 1996, n. 4
La proprietà intellettuale è la peggior forma di proprietà privata. Questo pensava Amadeo Bordiga. E proprio questo ha provocato sinora non pochi problemi a quanti volevano conoscerne gli scritti, in larga misura, soprattutto per quel che riguarda gli anni successivi al1945, anonimi.La presente bibliografia, finalmente, dopo qualche repertorio parziale uscito in precedenza, restituisce Bordiga a Bordiga, sia pure contro l'arcigna e austera volontà di questi, e offre tutti gli strumenti per rintracciarne l'opera vastissima e straordinaria, oltre che dotata di una scrittura saporosa e succolenta, che qualcuno ha paragonato, "per sollazzo e invenzione linguistica", ai racconti di Carlo Emilio Gadda. Gli italianisti non s'indignino a priori. Verifichino e poi se ne riparlerà.Si comincia comunque con un intervento del 1911 sull'anticlericalismo tenuto al I Congresso giovanile socialista del Mezzogiorno e si conclude con un'intervista scritta rilasciata nell'estate del1970. Dentro questo lunghissimo arco di tempo la milizia classista nel Psi, la fondazione del Partito comunista, la lotta contro la bolscevizzazione stalinista e contro l'asservirsi dell'Internazionale alla politica di Mosca, l'espulsione dal PCd'I nel1930, il forzato silenzio in epoca fascista, la ripresa dell'attività, soprattutto teorica, nel1945. Spiccano gli scritti sulla natura sociale dell'Urss - organicamente capitalistica -, ma anche sul materialismo storico, sulle questioni ambientali, sulle prospettive del capitalismo. L'ingegnere comunista non aveva dubbi sul corso del mondo.
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