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Anno edizione: 2001
Anno edizione: 2010
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Biografia della nobile Virginia Oldoini, che divenne dopo il matrimonio la famigerata Contessa di Castiglione.In realtà è un personaggio curioso e gradevole, quantomeno bizzarro...ricca e giovanissima fanciulla, molto bella e molto ammirata, ha due grandi difetti, è molto ambiziosa e terribilmente annoiata! A soli 18 anni il Re Vittorio Emanuele II la spinge nell'alcova di Napoleone III per favorire ...l'unità Nazionale su suggerimento di Cavour...e da allora la sua fama si arricchisce proprio per le vicende che la vedono coinvolta non solo nei più importanti letti d'Europa..ma anche grazie al suo carattere e alla sua determinazione. Non pensate che sia stata solo un'allegra donzella dai facili costumi...basti pensare che alla sua morte, gli agenti segreti di Casa Savoia bruciarono tutti i suoi diari...insomma una Bolena Piemontese!!!
Come sempre lo stile di Petacco è chiaro e coinvolgente. Interessante, per capire la protagonista di questa biografia, l'inserimento di brani delle sue lettere. Peccato che molti suoi documenti siano stati distrutti...
Nelle tormentate e complesse vicende che portarono all’Unità d’Italia è ben chiara la figura di Virginia Oldoini, contessa di Castiglione, all’epoca considerata la più bella donna d’Europa. Infatti, nel complesso progetto di Cavour volto ad assicurare al Piemonte l’alleanza della Francia nella guerra contro l’Austria lei ebbe un ruolo importante, facendo perdere la testa a Napoleone III. É un po’ difficile pensare che la contessa di Castiglione si sia sacrificata per il bene supremo del paese, poiché il provocare l’interesse degli uomini, per poi portarseli a letto, era una sua caratteristica, così come amava anche carpire notizie, segreti, cercando di ritrarre un vantaggio economico personale. É evidente che non ci troviamo di fronte a una novella Giovanna d’Arco, ma a una avventuriera capace di sfruttare ogni occasione, rivelando in ciò un’intelligenza che in genere non è riscontrabile in una donna di facili costumi. Abile civetta, consapevole che la sua bellezza era tanto più preziosa quando non facilmente accessibile, nei suoi incontri galanti non era mai disinteressata, ma spesso e volentieri riceveva dall’occasionale compagno regali di notevole valore. Questa ampia disponibilità di ricchezze la portava a scialare, senza che tuttavia non le rimanesse in cassa qualcosa per la vecchiaia che impietosa arrivò anche per lei. Vanitosa e narcisista come era deve essere stato un trauma notare la comparsa delle prime rughe, ma soprattutto il diminuito interesse per lei degli uomini. Alla fin fine, tirando le somme, era un personaggio che amava solo se stesso, talmente egoista da risultare spesso antipatico; il libro di Petacco descrive la sua vita con la nota abilità, ma l’autore, senza voler apparire come un moralista, ne parla con distacco, perché con la girandola di amanti che aveva (anche dodici contemporaneamente, ognuno all’insaputa dell’altro) non ci sono parole per descrivere l’immoralità di una donna che fu protagonista del nostro risorgimento.
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