Amore
- EAN: 9788858418451

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14/03/2013 09:39:01
Se sotto la voce "amore" si può scrivere di tutto, allora ok, va bene così, continuiamo così a farci del male...
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29/07/2009 21:22:02
I racconti di "Amore" sono originale e ironici, a volte drammaticamente reali nella loro apparente follia. La costruzione è abile e sofisticata, qualche "trauma emotivo" durante la lettura (la chiusura dell'ultimo racconto, per esempio) garantisce che il libro venga ricordato. Molto bello.
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09/09/2007 13:53:59
La raccolta "amore" è composta da 8 racconti macchinosi e celebrali che confermano un vecchio sospetto: Scarpa non è un narratore, ma piuttosto un saggista/polemista che si occupa di narrativa. In particolare tre racconti (effundente corde, madrigale, la straordinaria storia di samuel konigsberg) sono assurdi e macchinosi, pieni di contorsioni mentali, di digressioni meta-narrative. Meglio, invece, il racconto "L'annientatore", ispirato e leggibile a differenza degli altri. Qui e là (come nel racconto "cose che mi passano per la testa") spiccano alcune volgarità da film di Carlo Vanzina che l'autore non lesina mai e che andrebbero cassate da un editing più pignolo...
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07/05/2006 15:24:16
Probabilmente la parola AMORE è stata troppe volte citata, tanto da non riuscire più a darle un significato. Tiziano Scarpa in questi racconti cerca in un modo originale e particolare di farne una parola nuova, scrivendo questi racconti con una lingua nuova, che non ha nulla di normale. Non c’è davvero niente di già letto ma con Scarpa capita, o forse a me è capitato leggendo “Occhi sulla graticola” e con questo libro ne ho avuto la conferma assoluta. Quando leggiamo dell’amore subito il pensiero va a delle situazioni classiche: al romanticismo, al sentimento che fa girare il mondo, al cuore che batte per qualcuno, alla poesia, agli occhi “splendenti come stelle nell’incrociare lo sguardo con la persona amata”, al vissero per sempre felici e contenti, oppure al deserto della vita dopo l’abbandono dell’amato…..etc. etc. etc. Scarpa usa questa parola contro l’abuso che noi facciamo della parola stessa. Racconta storie fantastiche, direi fantascientifiche,paradossali: parla di un papa che s’innamora, di un ragazzo concepito su una lavatrice, di un uomo che diventa il suo organo sessuale, di un altro che pensa a tutto e di più, in pieno fellatio. E io mi chiedo. Come fa? Come può prendere questa “sacra” parola e farne un giro di giostra con le parole. Come può solo concepire certe situazioni e catapultare il lettore nel suo modo di vedere le cose. Non scrive fiabe per bambini Scarpa. O forse scrive fiabe per noi adulti, e le inventa con uno stile unico e fresco che a volte commuove e a volte fa ridere…e molto.
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20/06/2002 10:09:44
Non mantiene le buone promesse dell'esordio "Occhi sulla graticola".
