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Una delle opere meno conosciute ma non per questo di minor valore scritte da Riccardo Bacchelli (1891-1985), che fece la Grande Guerra come ufficiale volontario, è Un amore in guerra ripubblicato nel 2017 dalle Edizioni di Ar nella collana Il Cavalo alato. Nel romanzo storico, genere prediletto dall’Autore bolognese, si narrano le vicende di Enrico De Nada barone napoletano prestato alla caccia bellica nel periodo della sconfitta di Caporetto del 1917 e racconta la guerra per quella che è stata nella realtà: scavare trincee, resistere, combattere, vedere in faccia la propria morte e quella degli amici. La guerra nel racconto di Bacchelli è un’esperienza che negli esseri umani mette in rilievo gli aspetti sia positivi che negativi del loro animo: viltà ed eroismo, egoismo e solidarietà, paura e coraggio; sono sentimenti che ogni uomo prova perché non è un Dio ma deve far prevalere le virtù e la positività se vuole rimanere equilibrato e non cadere nella follia. Per tornare alla trama, De Nada dopo essere stato consapevole delle atrocità e delle difficolta incontrate superate con virilità e saggezza, incontra una donna durante la ritirata: si chiama Cecchina Gritti e pian piano se ne innamora ed è da lei ricambiato pur sapendo di essere sposato. Il loro amore è tormentato dai sensi di colpa, dalle incertezze e dubbi di entrambi. Lo stile del libro è lirico e a volte poetico lontano anni luce dal grigiore e dallo squallore che contraddistinguono gran parte della narrativa contemporanea che tra nevrosi devirilizzanti e crisi esistenziali ha perso ogni slancio vitale e fu definito dall’aristocratico ed avventuriero Enrico de Boccard (1921-1988), combattente della Repubblica Sociale Italiana e autore di uno dei migliori libri della «letteratura dei vinti» Donne e mitra del 1950 – riedito col titolo Le donne non ci vogliono più bene nel 1995 – «come le pagine migliori che si siano potute leggere sulla famosa ritirata, 1917, dell’esercito italiano da Caporetto al Piave».
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