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Visioni, struggimenti, terrori, porte aperte sull’ignoto. Venti scrittori contemporanei per un’inquietante mappa dei nostri sogni, delle nostre paure e delle nostre ossessioni. La prima antologia del new weird italiano, un genere che sconfina in molti generi, un viaggio oscuro agli estremi confini della letteratura.
«Nacqui che ero senza ossa. Una serpe lucida e piena di squame.»
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La raccolta è ok. Come in tutte le raccolte ci sono alti e bassi tipici: esordienti ancora troppo acerbi, grandi nomi che si impegnano poco e genti di mezzo che fanno le prove migliori. Ciò che l'ha resa speciale è stata la shitstorm di cui è stata oggetto, che ci dice molto sullo stato del weird italiano e in generale del fantasy. Anni e anni a lamentarsi che le grandi c.e. non pubblicano libri fantasy o tantomeno weird, poi una ne pubblica uno (per di più di racconti, altra bestia nera delle grandi c.e.), e cosa accade? Invece di essere contenti per la fine di un pregiudizio, tutti a buttare m***da senza neanche averla letta. Ritratto fedele della scena: invidia, pochezza umana, incompetenza editoriale, rancore marinato nel brodo Facebook. Non ce la faremo mai.
Antologia che ha goduto di lancio speciale grazie a polemiche dei goblin del sottobosco editoriale, scrittori falliti che maneggiano canali youtube o tiktok cercando di vendere servizi editoriali a gente messa peggio di loro. Goblin talmente indietro da non sapere nemmeno che "new weird" in Italia ha preso tutt'altra connotazione rispetto a quella che intendono loro. Ma quando qualcosa viene accolto tanto male, con i curatori costretti a scrivere interi articoli per difendersi (i racconti non bastano??) forse il tarlo c'è. Prendiamo per buona la circoscrizione dell'italian new weird italian o novo sconcertante italico, come emersa nei tanti longform critici usciti negli anni, da Rosso a Galanti a Malvestio a De Vita. Può questa antologia dirsi rappresentativa di questo filone? Alla Bompiani i goblin dello scrittorame fallito youtubante contestavano le parole "la prima antologia weird italiana", che invece ci stanno, visto il rilievo nullo di quanto scritto dai goblin succitati. Ma questa antologia può essere l'antologia del novo sconcertante italico? Vediamo autore per autore. Zandomeneghi: ci sta. Valentini: non chiara sua presenza: a che titolo? Santoni: presenza giustificabile per meriti editoriali (ha ideato la collana che più ha creato il new weird italiano) ma non è autore di racconti né autore weird. Ricci: famoso autore di racconti ma non weird. Rialti: una volta i curatori non si autoescludevano? Recchioni: Dylan Dog è weird? A volte. Ma appare forzato. Pugno: sì. Morstabilini: ci sta. Mirabelli: ci sta. Merlini: ??? Matteoni: ci sta. Magini: quasi. Lipperini: meriti critici ma non è autrice weird. Kulesko: sì. Funetta: sì. Fronteddu: ??? D’Isa: meriti editoriali (rivista che ha lanciato dibattiti a tema) Di Grado: non weird. Ceccanti: ??? Cassini: quasi. Su 20 autori: 7 sì, 5 forse/ammissibili, 8 no. Mancanze ovvie: Labbate e Gentile (il "gotico mediterraneo" è filone del nwi), Crudeli, Vaccari, Pierantozzi ("Uno indiviso" inaugura il filone), Musolino.
Questa antologia si è ritrovata in mezzo a uno dei più grandi vespai degli ultimi anni, con tanti autori e editor di piccolissimo cabotaggio a insultarla sui social prima dell'uscita, vuoi perché non inclusi, vuoi perché non consultati, vuoi per la comunicazione insana fatta dalla casa editrice o per il gusto della polemica. Poi però quando c'è stato da leggere i racconti sono spariti tutti. In realtà la qualità è ondivaga, come capita quasi sempre con le antologie pluri-autoriali. Racconto per racconto, i voti: Andrea Zandomeneghi **** Dario Valentini * Vanni Santoni *** Luca Ricci *** Edoardo Rialti *** Roberto Recchioni * Laura Pugno *** Andrea Morstabilini ** Elena Giorgiana Mirabelli **** Gabriele Merlini ** Francesca Matteoni ** Gregorio Magini **** Loredana Lipperini ** Claudio Kulesko *** Luciano Funetta *** Carla Fronteddu ** Francesco D’Isa *** Viola Di Grado ** Giovanni Ceccanti * Andrea Cassini ***** Il risultato medio è quindi...... medio. L'antologia non è comunque la <<prima>> antologia weird, non è proprio un'antologia weird. Sono racconti fantastici molto variegati. Pro: bellissima veste grafica, buona carta, illustrazioni-intermezzo ben fatte. Contro: prezzo di copertina estremamente elevato.
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