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Partiamo da una premessa : i primi anni 80 sono stati tra i peggiori per la salute di Clapton. Appena terminato questo lavoro Eric si è "buttato" in un lungo tour americano che ha in parte dovuto annullare causa un'ulcera perforante che lo ha lasciato quasi in fin di vita. Ne ha così risentito fortemente la promozione: "Another Ticket" è un gioiello autografo, registrato con una band fenomenale che annovera, fra gli altri , il grandissimo Gary Brooker-proprio Lui , il leader dei "Procol Harum" - e il virtuoso Albert Lee, chitarrista, compositore e strumentista d'eccezione. Lo stesso Manolenta l'ha praticamente accantonato negli anni, tributandogli difficilmente una canzone nella sua lunghissima esperienza live. Chissà forse generava in Lui brutti ricordi, ma dalla bluesy e accattivante "Something Special", alla stupenda ballata a due voci "Black Rose" , fino al tonitruante rock di "Rita Mae" scorrono i minuti,e con grande piacere! In mezzo la raffinata title-track ,resa eterea dai suoni di Stainton e Brooker, le quasi funkeggianti "I Can't Stand It" e "Catch Me If You Can", poi il country, appena sporcato dal folk, di "Hold Me Lord". Naturalmente non possono mancare per gli appassionati di blues due cover, "Blow Wind Blow" e "Floating Bridge " arrangiate in modo impeccabile. Sarebbe un sogno se il caro "Slowhand" ci proponesse, nelle rare performances di quest' ultimo periodo , un concerto dedicato in parte all'esecuzione completa di questo e, eventualmente, altri lavori della sua carriera, sulla falsariga dell'operato di grandi artisti come Bruce Springsteen e i Pearl Jam.
Torna alla grande Eric Clapton con la consapevolezza che con "Slowhand" alle spalle, difficilmente avrebbe doppiato il successo. Ma con quest'album (tutto da riscoprire) l'artista pare non porsi più di tanto il problema, proponendo comunque brani accattivanti e morbidi, semplici ed efficaci. Un sound curatissimo e suggestivo con ottimi pezzi da atmosfera 'on the road' come "Black rose" e "Blow wind blow", con canzoni più ritmate come "I can't stand it" e "Rita Mae" e, soprattutto, con quelli che considero i brani più riusciti dell'album: la bellissima "Another ticket", sull'onda di "Wonderful tonight", e l'irresistibile "Floating bridge". Quest'ultimo, un must per gli amanti della Stratocaster e delle sue inconfondibili sonorità.
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