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Anno edizione: 2018
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Sublime!
Un libro urgente. Indispensabile per capire più a fondo l'autore nelle varie fasi della sua vita, ma anche fondamentale per l'apporto che dà al significato della letteratura. Per chiunque, che si ami la lettura o no.
Parlare di questo libro è estremamente difficile, perché ci troviamo di fronte ad un ritratto sincero di uno degli scrittori più grandi di sempre. Questo ritratto fuoriesce da una serie di interviste fatte nel corso di circa un ventennio, e se da un lato vediamo un Wallace restio a trattare determinati aspetti della sua vita, complice la diffidenza verso i giornalisti (giustificata dall'episodio in cui un giornalista sbircia tra ai suoi medicinali, rendendo pubblica la lista degli stessi), dall'altro scopriamo aspetti della sua personalità e del suo pensiero che meglio fanno comprendere la sua filosofia di vita e ciò che ha cercato di trasmetterci. Molto emozionante la parte in cui parla del suo amore per i libri, che sono appunto il suo antidoto contro la solitudine. Assolutamente consigliato a tutti gli amanti di Wallace, ma anche a chi voglia approcciarsi a questo grande della letteratura.
Recensioni
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Quel che emerge, a dieci anni dalla morte, è la fragile tensione di uno scrittore verso il prossimo, il suo donarsi completamente al lettore nel tentativo di arginare, insieme, la solitudine.
L’umorismo graffiante, unito ad una cultura straripante hanno fatto dei reportage di David Foster Wallace dei classici moderni.
I suoi romanzi (Infinite Jest, La scopa del sistema) e le raccolte di racconti (La ragazza dai capelli strani, Brevi interviste con uomini schifosi) sono presto diventate l’icona di una generazione. La sua tragica morte ha contribuito ad arricchire la mitologia intorno alla sua figura. Attraverso interviste con editor, giornalisti o scrittori come lui, Wallace sviscera le sue opere, la sua concezione del mondo e di letteratura. Con il suo sguardo acuto illumina alcune delle contraddizioni del nostro presente e delle nostre arti.
Partendo dal suo rapporto con i suoi maestri, i padri del postmodernismo come Pyncheon, ma anche Nabokov, Carver, Updike, Wallace traccia una linea comune nella sua frastagliata produzione. Il filo dei saggi procede accarezzando l’evoluzione del Wallace scrittore, ma sfiorando anche la sua vita privata. Dagli studi di logica alla consacrazione letteraria, passando per la depressione e i ricoveri. La letteratura e la vita procedono di pari passo in queste conversazioni, tutte portate avanti con la sua lucida ironia. La voce di Wallace risuona forte nelle sue risposte, il suo stile pirotecnico sembra poter traforare le pagine. Anche quando a parlare non è lui, ma l’amico David Lipsky, che nell’ultimo saggio racconta con perizia tutta la vita di Wallace, fino al suo straziante epilogo.
Recensione di Luca Biondo
A cura del Master Professioni e prodotti dell’editoria - Collegio Universitario "Santa Caterina da Siena” in collaborazione con l’Università di Pavia
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