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scheda di Mordenti, R., L'Indice 1997, n. 4
Il volume (edito, con qualche errore di troppo, da Unicopli) è costruito prevalentemente, ma non esclusivamente, sulla base degli atti di un omonimo convegno internazionale di studi organizzato dall'istituto di filosofia dell'Università di Urbino e dal dipartimento di filologia e critica della letteratura dell'Università di Siena. In appendice al libro si legge una lettera di Franco Fortini, densa e profetica come sempre più spesso ci appaiono ora le sue parole: "Il rischio è (...) che la coalescenza fra i partecipanti si dia grazie al non-detto (ossia solidarietà col 'buon passato') piuttosto che all'esplicito (ossia, inevitabilmente, al 'cattivo nuovo', per riprendere la battuta brechtiana) (...) È chiaro che non sto parlando di Gramsci ma del suo fantasma, ma se tale fantasma si è costituito - nelle menti almeno dei 'vecchi' come me - ci saranno pure delle ragioni. Una immagine complessiva che ne fa il mediatore fra la tradizione umanistica della sinistra europea e una ipotesi di socialismo ferocemente smentita dal cinquantenario seguito alla sua morte". Si potrebbe dire che tutto il libro di cui parliamo si costruisce a partire da questo problema posto da Fortini, accettando la scommessa di smentire coi fatti quell'"immagine complessiva" di Gramsci che Fortini denuncia come insostenibile. Noi sappiamo che una tale "immagine" è, né più né meno, "il Gramsci di Togliatti", cioè un Gramsci fortemente spostato all'interno della tradizione culturale italiana egemonizzata da Croce (vale a dire: all'interno dell'"ideologia italiana"), e anzi utilizzato come nesso per innestare in tale tradizione il Pci e la sua politica culturale; con un esito certo paradossale, se si pensa che in realtà Gramsci lavorò indefessamente alla produzione di un sistematico "Anti-Croce".
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