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Premetto che non conosco l'inglese e baso questo mio commento solo sulla parte musicale e compositiva dell'album. A mio modesto avviso quest'ultimo loro lavoro non è all'altezza di quello che considero il loro album capolavoro, April Rain. Comprendo comunque che le tematiche trattate nei due album sono completamente diverse, quindi la mia opinione può risultare discordante con quella di chi conosce e apprezza le tematiche attuali di questo disco che, comunque, è degno di nota e di ascolto.
Ho amato quest'album. I Delain sono in crescita continua come band e non sembrano avere intenzione di fermarsi. Personalmente ritengo abbiano raggiunto l'apice con il loro terzo album, We Are The Others, per poi seguire più o meno la stessa linea con gli album precedenti ma senza ottenere lo stesso risultato. Invece Apocalypse & Chill lo inserirei tranquillamente al secondo posto nella loro discografia. Esclusi alcuni punti che ritengo più bassi (One Second, Creatures e la ballad Ghost House Heart che ritengo sia la ballad meno ispirata della loro discografia, anche per quanto riguarda i testi), ma che rimangono comunque ascoltabili, il resto dell'album è promosso a pieni voti e dubito non possa piacere ai fan, anzi, ritengo che con quest'album potrebbero allargare il loro pubblico. Inoltre il tema della fine del mondo si rispecchia inevitabilmente con il periodo poco successivo alla pubblicazione dell'album, cioè la pandemia: pezzi come "We Had Everything" che fanno pensare a come abbiamo sempre avuto tutto e solo quando non ce l'abbiamo più ci rendiamo conto di quanto fosse importante, ma anche la stessa "Master of Destiny" (primo singolo estratto già un anno prima) che può essere letta non solo in chiave di "padroni del proprio destino" in termini personali, ma anche in termini più altruisti, nel senso che le azioni di ognuno di noi sono importanti per fare in modo che questa Terra resti ancora in vita. La conclusione con "The Greatest Escape" è assolutamente perfetta e coerente con i precedenti lavori della band.
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