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Arboreto salvatico
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Arboreto salvatico
Ebook
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tascabile
Anno edizione: 2021
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Arboreto salvatico
Dal larice «albero cosmico lungo il quale scendono il sole e la luna», alla quercia con la sua forza araldica, al faggio «albero felice agli dèi», al tasso simbolo della morte e dell'eternità: Rigoni Stern sceglie venti alberi a lui particolarmente cari e li «racconta», dandone le caratteristiche botaniche e ambientali, illustrandone la storia e le ricchezze, spiegando gli influssi che hanno avuto nella cultura popolare e nella letteratura, e animando il suo arboreto con le proprie esperienze di uomo di montagna, i ricordi, la nostalgia di «quando gli uomini vivevano con la natura». La descrizione si intreccia cosí alle riflessioni personali dello scrittore che vede una consonanza di vicende e di destini tra gli uomini e gli alberi, chiusi nella parabola eterna di nascita e morte, gioia e sofferenza, destinati magari a vivere a lungo, ma comunque condannati a sparire, a essere sostituiti. Cronologia della vita e delle opere a cura di Giuseppe Mendicino.
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Autore:
Editore:
Formato:
Testo in italiano
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Compatibilità:
Tutti i dispositivi (eccetto Kindle) Scopri di più
Pagine della versione a stampa:
120 p.
Layout:
Reflowable
EAN:
9788858410172
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Aquila Bianca
17 marzo 2023
Memorie di Rigoni Stern "amalgamate" in quasi un trattato di botanica.
Finito di leggerlo, mi son detto: è già finito? Peccato!! Troppo corto!. Non mi stancherò mai di leggere Mario Rigoni Stern. Per chi è amante della natura e degli alberi in particolare è un vero piacere questo libro, oltre alle notizie tecniche, questi 20 Alberi sono "raccontati" come dei "ritratti", ognuno con la sua particolare caratteristica, frammista all'utilità della pianta e ..."condita" dai ricordi (anche d'infanzia) dell'Autore e alle leggende, curiosità e storie legate ad esso. Come sempre è una miniera di nozioni, per chi come me non è un botanico, anche se sempre più amante della natura, specie la montagna, e gli alberi. Tutti dovrebbero leggerlo, perché veramente Rigoni riesce a trasmettere l'amore per le sue montagne e il suo "brolo".
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Monica
23 novembre 2022
Rigoni Stern in questo libro illustra 20 alberi a lui cari da più punti di vista. A ogni capitolo corrisponde un albero. Per ciascuno di essi vengono descritti corteccia, foglie, frutti (se presenti) e colori e sfumature. Trovo davvero singolare la capacità di Rigoni Stern di unire le caratteristiche botaniche delle piante e i vari utilizzi che si possono ricavare dal legno con le vicende della sua vita e i ricordi della sua infanzia con anche un po' di storia, miti e antiche leggende. Ho apprezzato molto che Rigoni Stern abbia incluso anche molti riferimenti a luoghi nel mondo che ospitano alberi particolari o di grandi dimensioni o millenari e che è possibile andare a visitare. È stata una lettura intensa per le riflessioni personali fornite da Rigoni Stern, che è riuscito a trasmettermi tutto l'affetto e l'attaccamento per i suoi amati alberi e per il suo brolo. Tra le pagine di Arboreto salvatico ho trovato tante esperienze e ricordi, ma anche molte nozioni e insegnamenti. Infatti, nel libro c'è un mix tra infanzia, guerra, letteratura, botanica, epica... Penso sia un libro versatile, perché oltre che piacevole da leggere è anche utile, in quanto dispensa informazioni sui vari ambiti di utilizzo del legno degli alberi, ma anche riguardo ai loro principi attivi e ai rimedi naturali che è possibile ricavare da essi. Personalmente, devo dire che la lettura di Arboreto Salvatico ha provocato in me anche nostalgia, se così si può dire, e rammarico per tutte quelle conoscenze che purtroppo con il passare degli anni e il cambio delle generazioni si vanno perdendo
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zombie49
22 febbraio 2021
In questo libro Mario Rigoni Stern descrive dal punto di vista naturalistico, storico, affettivo, venti alberi a lui cari. Sono gli alberi delle sue montagne, amorevolmente raccolti come germogli e trapiantati nel suo frutteto, trasformato in un arboreto privato da lasciare in eredità ai nipoti. I primi ospiti furono, negli anni ’60, un pino silvestre e due giovani betulle, raccolte quando erano germogli alti pochi centimetri. Rigoni riserva il posto d’onore alle conifere, gli alberi amanti del freddo che ricoprono i fianchi delle montagne dall’Italia all’Europa del Nord al Canada: abeti rossi e bianchi, che danno ottimo legname da costruzione e che, adornati, diventano alberi di Natale, una tradizione antichissima delle valli alpine. Non si distruggono in questo modo le foreste: il prelievo è minimo e vi sono vivai coltivati a questo scopo. Anche il larice, il pino silvestre e cembro sono conifere e amano la montagna. L’arboreto privato di Mario Rigoni Stern ospita anche alcune eccezioni, alberi non autoctoni o montani, doni di amici, che grazie alle cure appassionate hanno prosperato in un ambiente diverso da quello originale: una sequoia, dono di un fante sopravvissuto a una terribile battaglia nel 1916; un olivo dai rami contorti, un castagno, un noce e una quercia, piante che crescono di solito a quote inferiori e in un clima più mite. Il faggio, il salice, il tiglio profumato, le betulle, i pioppi, gli aceri che in autunno colorano i boschi di giallo e di rosso sono legati a ricordi d’infanzia di Mario. Nel suo arboreto crescono anche due alberi da frutto, un melo e un ciliegio. Di ogni pianta Rigoni racconta le caratteristiche botaniche, aneddoti storici, ricordi personali. Forse il libro, suddiviso in capitoli monotematici, è didattico e meno coinvolgente di altri, ma comunica un senso di tranquillità, di pace, di serenità, in contrasto con la Grande Guerra che aveva sconvolto le montagne del Veneto e del Trentino. Avrei gradito dei disegni illustrativi.
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